Mp3 : legali o illegali ?

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Maloghigno
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Post by Maloghigno » 29/04/2003 10:06

Click qui per il testo integrale del decreto


Il prossimo 29 di aprile entrerà in vigore il nuovo discusso decreto legislativo di recepimento della direttiva europea sul diritto d'autore, che farà aumentari i prezzi dei supporti vergini in maniera immotivata.

LE PARTI IMPORTANTI DEL TESTO DI LEGGE

Dall'art. 9:
"È consentita la riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi su qualsiasi supporto, effettuata da una persona fisica per uso esclusivamente personale, purché senza scopo di lucro e senza fini direttamente o indirettamente commerciali"

Cioè
gli utenti hanno diritto di fare copie per uso privato di dischi legittimamente posseduti


"La riproduzione di cui al comma 1 (punto precedente, ndr) non può essere effettuata da terzi"

Cioè
le copie non possono essere fatte da terzi né per terzi. Non è neppure possibile farsi prestare un disco da un amico e poi farne una copia, né per sé, né per l'amico.


"Gli autori ed i produttori di fonogrammi, nonché i produttori originari di opere audiovisive, gli artisti interpreti ed esecutori ed i produttori di videogrammi, ed i loro aventi causa, hanno diritto a un compenso per la riproduzione privata di fonogrammi e di videogrammi"

Cioè
è dovuto un compenso agli aventi diritto che li risarcisca dei danni economici causati dall'operazione di copia per uso privato.


Dall'art. 23:

"I titolari di diritti d'autore e di diritti connessi nonché del diritto di cui all'art. 102.bis, comma 3, possono apporre sulle opere o sui materiali protetti misure tecnologiche di protezione efficaci che comprendono tutte le tecnologie, i dispositivi o i componenti che, nel normale corso del loro funzionamento, sono destinati a impedire o limitare atti non autorizzati dai titolari dei diritti"

Cioè
Diventano del tutto legali e applicabili, al di sopra di ogni discussione, i sistemi di protezione anticopia, come Macrovision e le protezioni dei CD Audio.

Dall'art. 26

Viene poi perseguito, tra gli altri, chi:
"fabbrica, importa, distribuisce, vende, noleggia, cede a qualsiasi titolo, pubblicizza per la vendita e il noleggio, o detiene per scopi commerciali, attrezzature prodotti o componenti ovvero presta servizi che abbiano la prevalente finalità o l'uso commerciale di eludere efficaci misure tecnologiche (di protezione, ndr), ovvero siano principalmente progettati, prodotti, adattati o realizzati con la finalità di rendere possibile o facilitare l'elusione di predette misure."

Cioè
Cercare di eliminare la protezione tecnologica anticopia da dischi e lettori è assolutamente fuorilegge e perseguito legalmente.


Ancora dall'art. 9

"I titolari dei diritti sono tenuti a consentire che, nonostante l'applicazione delle misure tecnologiche di cui all'art. 102-quater, la persona fisica che abbia acquisito il possesso legittimo di esemplari dell'opera o del materiale protetto, ovvero vi abbia avuto accesso legittimo, possa effettuare una copia privata, anche solo analogica, per uso personale, a condizione che tale possibilità non sia in contrasto con lo sfruttamento normale dell'opera o degli altri materiali e non arrechi ingiustificato pregiudizio ai titolari dei diritti."


Cioè
Chi ha avuto accesso o detiene legittimamente un disco ha diritto a farne la copia per uso privato almeno analogica, nonostante l'applicazione di eventuali misure tecnologiche di protezione. Come l'utente possa avvalersi di questo suo diritto senza diventare fuorilegge per la rimozione delle protezioni, non si sa.


E infine dall'art. 39

I nuovi compensi sui supporti vergini applicati a decorrere dal prossimo 29 aprile.

"Il compenso di cui all'art. 71-septies è fissato fino al 31 dicembre 2005 […] nelle seguenti misure:
a) supporti audio analogici, 0,23 euro per ogni ora di registrazione;
b) supporti audio digitali dedicati, quali minidisc, CD-R audio e CD-RW audio: 0,29 euro per ora di registrazione. Il compenso è aumentato proporzionalmente per i supporti di durata superiore
c) supporti digitali non dedicati, idonei alla registrazione di fonogrammi, quali CD-R dati e CD-RW dati: 0,23 euro per 650 megabyte.
d) Memorie digitali dedicate audio, fisse e trasferibili, quali flash memory e cartucce per lettori MP3 e analoghi: 0,36 euro per 64 megabyte
e) Supporti video analogici: 0,29 euro per ciascuna ora di registrazione;
f) Supporti video digitali dedicati, quali DVHS, DVD-R video e DVD-RW video: 0,29 euro per ora, pari a 0,87 euro per un supporto con capacità di registrazione di 180 minuti. Il compenso è aumentato proporzionalmente per i supporti di durata superiore;
g) Supporti digitali idonei alla registrazione di fonogrammi e videogrammi, quali DVD Ram, DVD-R e DVD-RW: 0,87 euro per 4,7 GB. Il compenso è aumentato proporzionalmente per i supporti di durata superiore;
h) Apparecchi esclusivamente destinati alla registrazione analogica o digitale audio o video: 3 per cento dei relativi prezzi di listino al rivenditore.
"

Questi compensi sono applicati alla fonte, vanno ad accrescere il valore del prodotto e quindi, per l'utente, sono quindi da intendersi al netto di IVA. Vanno quindi, ai fini del calcolo della maggiorazione di costo per l'utente, aumentati di un ulteriore 20%. Quindi se chi li stampa per la distribuzione li paga di più, a noi consumatori il prezzo arriverà aumentato di almeno 4-5 euro.

Sto cercando di capire come questa cosa vada effettivamente a toccare l'attività di WinMX , dal momento che si tratta di scambio di dati senza la necessaria loro scrittura su un CD.

GL
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Post by Maloghigno » 29/04/2003 16:18

Confermato: la tecnologia P2P (peer to peer, quella di WinMX e soci) é illegale. :shock: :fuso: :tsk: :gnash: :censored:

Vi riporto un bell'articolo sulla questione. Inutile dire quanto questa legge sia ingiusta e ottusa, tanto vale farlo con le parole di chi conosce meglio l'argomento. :umpf: :umpf: :umpf:
La parabola del frigorifero di Massimo Mantellini wrote: Il nuovo copyright vieta la copia privata in presenza di tecnologie anticopia, vieta il P2P, finanzia la SIAE, raddoppia il prezzo dei supporti. Gli utenti Internet? Una massa di delinquenti

La maniera migliore per spiegare che impressione mi faccia la nuova normativa italiana sul copyright in vigore da domani credo sia quella di citare letteralmente una frase di un importante discografico italiano rilasciata a Milena Gabanelli di Report qualche tempo fa. Adriano Solaro di Warner Chappell, riferendosi ai prodotti musicali affermava:

"Quel prodotto che tu hai comprato, l'hai comperato per ascoltarlo col tuo orecchio. A casa tua o da solo, con tua moglie, con i tuoi figli."

Frasi del genere riuscirebbero a deprimere il tono dell'umore di chiunque. Eppure non c'è nulla di più azzeccato per descrivere l'abisso che divide la musica come noi la intendiamo (e come spero molti musicisti la intendano) dai suoi mercanti. Da quelli che, una volta eccettuati gli artisti, da tale prodotto traggono i propri guadagni.

Il mio orecchio, come dice il sig. Solaro, è certamente colpevole. Per colpa sua acquisto dischi da una trentina d'anni. Ma non ho cripte nelle quali andare ad ascoltarmeli. Non mi guardo intorno prima di accendere l'impianto stereo e se in casa oltre che a moglie e figli sciaguratamente c'è qualcun altro, beh lo confesso, ascolto musica ugualmente.

C'è qualcosa di più profondo da considerare, nella cosmologia della musica e dei suoi rapporti con la nostra vita. Un universo un poco più complicato di quello che passa per la testa degli industriali della musica. Un mondo che trascende di molto la concretezza spicciola di chi si ostina a far solo di conto senza pensare a null'altro.
L'errore orrendo e perdente di quanti confezionano le normative sul copyright in tutto il mondo (e si tratta dei colletti bianchi delle major e non certo dei nostri spennacchiati politici e nemmeno degli artisti di punta che pure ne avrebbero titolo) è oggi quello di vivere in una sorta di mondo a parte, nel quale tutto ciò che succede nelle nostre vite di ascoltatori sembra non contare. Questi signori si ostinano a non vedere. Impongono legislazioni, scelgono le ammende, spiegano quale orecchio ognuno di noi potrà lecitamente prestare ai loro prodotti e non si curano d'altro. Se c'è una ragione per cui l'agitarsi forsennato delle RIAA, della FIMI, della BSA e di mille altri organizzazioni è nel lungo periodo destinato a dimostrarsi perdente è proprio questa cecità autoimposta. Talmente patetica da farti venir voglia di dar loro una amichevole scrollata. "Ehi signori, sveglia. Uscite dal mondo dei sogni!"

Mette nero su bianco la nuova normativa di adeguamento al copyright appena approvata: finalmente in Italia viene riconosciuto il diritto alla copia personale. Si tratta di una bella notizia, certo. Se non di un qualcosa già esistente che andava anche solo sottolineato. Ogni poverocristo ha oggi diritto di fare una copia privata di materiale sotto copyright da lui regolarmente acquistato. Bene. Ma di cosa si tratta esattamente? Di una concessione? Di un gesto distensivo dopo tante imposizioni? Così sembrerebbe. Dopo l'orecchio quindi, i grandi manager del circo multimediale abilitano anche l'utilizzo del cassetto. Un cassetto nel quale ripongo le copie di back up dei miei film e dei miei dischi preferiti. Perchè non vadano perduti.

Purtroppo pero' se leggiamo un po' meglio la nuova legge, ci accorgiamo che le cose non stanno in questi termini. La medesima normativa, con un cinismo che lascia stupefatti, con una mano dà e con l'altra toglie. Da una parte si riconosce infatti il diritto alla copia personale (una versione nostrana della dottrina americana del fair use), dall'altra si afferma la liceità e la intoccabilità dei sistemi software anticopia su CD e DVD e ne punisce l'aggiramento addirittura con il carcere. Che significa tutto ciò? Che nessuna copia lecita di quanto ho appena acquistato potrà essere fatta nel momento in cui tale prodotto sia fornito di misure di protezione anticopia.

Scrive a tale proposito molto lucidamente la Associazione Software Libero:
"Il riconoscimento legale delle "misure tecnologiche" di protezione sancisce, di fatto, l'introduzione di un nuovo privilegio per i detentori dei diritti sulle opere: la possibilità di poter influire sull'utilizzo delle opere stesse. Infatti le "misure tecnologiche" dichiarate intoccabili dall'EUCD potrebbero imporre restrizioni estremamente severe per gli utenti, ed esse non potrebbero essere aggirate per alcun motivo. Si pensi ai film in DVD che possono essere guardati solamente in certi Paesi, agli e-book che non possono essere stampati, o ai cosiddetti "CD anti-copia" che non possono essere ascoltati su computer: queste vere e proprie truffe ai danni degli utenti verrebbero protette dalla legge, e rese inaggirabili".

La nuova normativa sul diritto d'autore è colma di brutture simili a quella appena paventata: c'è solo l'imbarazzo della scelta e forse anche per questo, prima di tediarvi con un altro punto importante avallato dai nostri politici tutti (nessuno escluso, nemmeno la dialettica parlamentare è riuscita a creare in materia due fronti contrapposti), vorrei citare ancora un passo di quella bellissima puntata sulla SIAE della trasmissione TV di Milena Gabanelli. Dice a un certo punto, in quel lontano 2001, Federico Kujawska di Emi Music Italy:

"Il nostro problema è quello di riuscire a stabilire dei principi. Perchè la gente contesta il principio. Il principio del diritto di proprietà. Se vogliamo abolire il diritto di proprietà, aboliamolo, pero' io vengo a mangiare a casa tua, domani, apro il frigo e prendo quello che c'è."

Chiaro ed efficace. Magari non elegantissima questa metafora del frigorifero, ma significativa. La seconda che ci capita sotto mano dopo quella dell'orecchio. Il fatto è che nel frigorifero, nel nostro frigorifero, le major dell'intrattenimento stanno frugando già da molti anni. Spiluccano un po' qua e un po' là, ma hanno da tempo campo sostanzialmente libero. Il discografico in questione forse finge di non saperlo ma purtroppo per noi è così. Perchè ciò accade? Perchè il frigorifero degli intermediari della musica a causa della loro formidabile miopia si è andato negli ultimi tempi svuotando, oppure rimpicciolendo. È diventato un minuscolo frigobar. La colpa di tutto ciò secondo loro, lo affermano da tempo con convinzione, è naturalmente di Internet. Del formato mp3. Dei formidabili software di file sharing che moltiplicano con un incantesimo tecnologico il numero delle orecchie in ascolto interrompendo il disegno virtuoso di "un ascoltatore=un disco venduto"


Una sciocchezza talmente sciocca quest'ultima che solo chi se ne sta chiuso dentro un bunker a far di conto può crederci. Vagli a spiegare che il diritto di proprietà con la circolazione del pensiero ha da sempre parentele lontanissime. Provate a dirlo: non capiranno. E infatti la formidabile nuova legge vieta, tra le altre cose, lo scambio di musica attraverso i sistemi p2p.

E siccome il nostro frigo è ormai preda di un sistema nel quale i valori non contano, l'intelligenza non conta, la cultura non conta, la libertà non conta, ma importa solo il soldo, ecco che la nuova norma sul diritto d'autore ne approfitta per elevare in maniera esponenziale anche la tassazione sui supporti di registrazione. Erano nel nostro frigo, li usavamo per salvare le foto dei nostri figli ma qualcuno li ha presi e ha deciso che il loro prezzo da domani deve raddoppiare e che tale incremento servirà a finanziare la SIAE. Non solo la SIAE a voler essere precisi: ma anche lo Stato che ricarica tale somma di un bel 20% di IVA. Quello stesso Stato che si è sempre rifiutato di ridurre l'IVA sui prodotti musicali contribuendo al loro attuale esorbitante prezzo di mercato. Ci sono commenti da fare? No non ce ne sono. Gli immarcescibili sostenitori del provvedimento affermano trattarsi di un adeguamento alle tassazioni europee. Tanto basta. Agli altri, a noi tutti, resta solo l'amaro in bocca di sentirsi presi in giro, offesi e non considerati. Non tanto dai mercanti con la calcolatrice quanto da uno Stato colabrodo incapace di qualsiasi piccola tutela dei suoi cittadini.

La nuova normativa in vigore dal 29 aprile prossimo è piena di molte altre piccole perle. Sarebbe buona cosa elencarle ma per ora basta. L'unica constatazione banale e ovvia da fare oggi è che tutto ciò non servirà. Se si continua ad avere la presunzione di imporre il proprio mercato al mondo, incuranti del tempo che fa fuori si è destinati comunque a perdere. Internet esiste, i suoi utilizzatori non sono una massa di delinquenti. La tecnologia consente meraviglie di condivisione del sapere fino a ieri inimmaginabili. E se anche così non fosse, nessuno mi convincerà mai che prestare un CD a mia sorella che abita a cento metri da casa mia debba essere considerato un reato. Come cantare una canzone sotto copyright ad un compleanno in un ristorante senza compilare un borderò della SIAE. Come passare le cuffie in treno ad un amico dicendogli "senti che forte questo pezzo". Siamo seri. Da domani i CD sui quali salvo i dati di backup di questo computer costeranno il doppio. Per finanziare - dicono - un carrozzone commissariato per anni nel quale mille interessi sembrano andare tutelati prima di quelli degli autori. In realtà molti di questi soldi ricaricati su tutti i supporti di registrazione, finiranno direttamente nelle tasche degli editori discografici. Che le legislazioni, le tasse ai cittadini e da qualche tempo anche l'attività di controllo di polizia condizionano sempre più pesantemente.

Il mio orecchio e il mio frigorifero. Amenità del genere se ne pronunciano ogni giorno in tutto il mondo. Ci sono posti dove - sembra incredibile - si riesce a fare perfino peggio che da noi. In Australia per esempio, dove 3 ragazzi di 20 anni che distribuivano mp3 gratuitamente attraverso un sito web universitario ora rischiano 5 anni di prigione. È notizia di questi giorni. Sentite cosa afferma al riguardo di questa operazione (l'ennesima operazione "simbolo" che sia d'esempio per tutti) Michael Speck il gran capo della Unità investigativa dell'industria musicale australiana:

"Si tratta di un risultato grandioso, un chiaro messaggio ai pirati di internet che non potranno più nascondersi dietro la mitologia di Internet. Che si è rivelata come e nient'altro che una altra forma di furto."

Punti di vista. La mitologia di Internet in realtà ci racconta da tempo qualcosa di assai differente. Per esempio che il mondo è pieno di mediatori inutili. Che la tecnologia ha decretato da tempo la loro fine. E che con qualche difficoltà, prima o poi, si dovranno trovare un altro lavoro.

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Post by pot » 29/04/2003 17:44

Togli la pirateria e uccidi l'informatica. Non voglio una risposta, ma quanti di noi usano Windows comprato originale? Windows monopolizza GRAZIE alla pirateria. Il discorso non può valere per la musica?

Ogni tanto vorrei parlare a quattr'occhi con qualche politico, vorrei vedere se attraverso i suoi occhi si intravede un cartellino "affittasi" o c'è un barlume di intelligenza...

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Post by Shogun_o.O » 29/04/2003 21:57

Ecco sapevo che si sarebbe trasformato nell'ennesimo post pirateria SI/NO (che tanto non porterà mai a nessuna conclusione).
Permettemi solo di dire che non condivido assolutamente quello che ha scritto pot... e spero che sia l'unico (ma so che è utopia) tra voi a pensarla così.

Di tutte quelle dette pro-pirateria la frase "Togli la pirateria e uccidi l'informatica" è la più comica (scusami pot ma devo dirtelo)... e mi sto pure trattenendo :P
Sarà piuttosto il contrario.
Ho a che fare con una tastiera e un monitor dai tempi del C64 (parliamo di circa 20 anni fa) e ho visto la pirateria nascere e uccidere l'informatica.
Non so se tu hai conosciuto l'Amiga. Negli anni 80 era il computer in assoluto più potente (stiamo parlando di videogiochi). Nessun PC dell'epoca eguagliava le prestazioni del mitico A500, tanto che in breve tempo divenne acquisto obbligato per tutti i videogiocatori. Il fenomeno Amiga è paragonabile al PSX degli anni scorsi; anzi all'epoca, il fenomeno Amiga era ancor più strabiliante, dato fino ad allora il videogiocatore medio era considerato il tipico "Nerd".
Ebbene, sai come è morto l'Amiga? Te lo dico? Sai cosa succede quando il 90% dei videogiocatori comprano i giochi pirata? Succede che le software house non guadagnano neanche il capitale investito per produrre il gioco... figurati produrne uno nuovo...
Questo per parlare di regole...

Poi ci sarebbe il discorso morale. Ma quello è più complesso, e per capirlo devi essere un videogiocatore. Devi saper apprezzare un videogioco nella sua totalità. Riesci a immaginare Monkey Island 2 senza il mitico disco in cartone? (questa la capiscono in pochi).
Anche volendo, io non riesco proprio ad acquistare un videogioco pirata. Non riesco a concepire un gioco senza scatola, manuale, gadget vari. Può sembrare una stupidata... ma ti avevo avvisato, devi essere appassionato di videogiochi per capirlo.
Alla fine è come un CD musicale senza libretto, riesci a immaginare "Is there anybody out there" o "Pulse" dei Pink Floyd senza tutto il ben di dio che ti danno insieme ai due CD?

Non mi aspetto che chi acquista pirata cambi idea leggendo questo post, ma almeno evitate di dire le solite scemenze. La pirateria è illegale, ed è un dato di fatto. Comprare pirata è sbagliato, e anche questo è un dato di fatto. Ditemi pure che non ve ne frega niente, ma per piacere non provate neanche a giustificare la pirateria. Le banalità sul prezzo dei videogiochi, su Microsoft ladra o qualunque altra scusa tiriate fuori per giustificare un gesto sbagliato lasciatele fuori. Non esistono giustificazioni. Se si parte da questo presupposto allora il discorso va avanti, altrimenti possiamo anche finire qui.
Ogni tanto vorrei parlare a quattr'occhi con un furbetto che compra pirata, vorrei vedere se attraverso i suoi occhi si intravede un cartellino "affittasi" o c'è un barlume di intelligenza...



P.S.: Io ero uno di quelli che il giorno dell'uscita di Windows XP pro, facevano la fila fuori da Computer Discount per acquistarlo ( e ti assicuro che non eravamo pochi).
Inoltre chiunque acquista un PC "già pronto" ha compreso nel prezzo il sistema operativo. Da Computer Discount non ti vendono PC senza sistema operativo (anche se non lo vuoi devi pagarlo... come è giusto che sia). Quindi direi che il 90% dei possessori di PC hanno Windows originale.
Se poi non vuoi spendere soldi per Windows, puoi usare Linux che è gratuito...

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Post by pot » 29/04/2003 23:07

Mettiamola su questo piano: la pirateria è il mezzo di ottenere le cose dei "poveri" o di quelli che non antepongono gli ideali alla praticità. Se vivessi solo di miei ideali a quest'ora sarei già morto di fatiche...

Comunque, l'informatica senza pirateria può esistere, ma l'informatica economica senza pirateria molto difficilmente. Appunto Windows, perché non è straprotetto? Se lo fosse lo standard cadrebbe, il "povero" (ossia la maggior parte degli internettari privati, soprattutto giovani) sceglierebbe qualcosa d'altro, come Linux appunto. Altro esempio: PSX, PS2 e X-Box. Perché la mitica Nintendo muore e le altre vanno via come il pane? Copiami una cartuccia o un mini DVD. Io sono stato un fedelissimo nintendaro fin dal vecchio NES, sempre comprando regolarmente ogni gioco. Se ci fosse stato il modo di piratare i giochi probabilmente l'avrei fatto, ma in misura limitata. Chi merita, lo pago. Visto che sono un pignolone tremendo nella scelta dei giochi, prima voglio provarli bene, poi acquistarli. Idem per i giochi del PC, non spendo 80 franchi (50 euro) per "provare". Non mi fido di commenti altrui, di voti di giornaletti o di quant'altro: io voglio la mia prova sul campo. Oggi come oggi è possibile farlo sia in alcuni negozi specializzati o scaricando da internet. Per i vecchi giochi Nintendo, a suo tempo, non ho trovato UN posto dove facessero provare un gioco a scelta. Una volta solo mi sono stati concessi 10 minuti. Ma in 10 minuti non si vede neanche il menù opzioni...

Praticamente: alla base per me la pirateria sta per la prova, se poi c'è il merito, pago il giusto tributo. Della Blizzard ho tutto tutto originale. Altri giochi più trash invece me li sono fatti passare copiati, poi li ho lasciati a prendere polvere da qualche parte. Il mio primo StarCraft era copiato. Dominava, me lo sono preso originale, e tutto il resto di seguito. Lo so che è un'idea un po' mista e strana, secondo il tuo moralistico punto di vista è sbagliata, ma siamo differenti.
Sono anch'io contro a chi si piglia una PS2, chippa, si copia tutti i giochi, li usura, e non dà un centesimo a chi lo fa divertire. È una questione di essere riconoscenti. Io lo sono solo con chi merita. Sono un po' stronzo, ecco.

Per la musica è un po' differente, ma per me è un problema di distribuzione. Io vivo in Ticino. BUONI cd trance ce ne sono pochissimissimi, però quando li trovo corro a prenderli. Venerdì ho visto il mio bel DJ Networx 17, e sono stato in ansia tutto il week end nel timore di non trovarlo più lunedì. Per il resto? Ormai l'unica fonte possibile è Kazaa o qualche altro P2P. Se trovo cd di qualche dj di cui sono fanatico, se posso me lo compro. Ma come faccio a conoscere la bravura del dj? Ascoltandolo di sfuggita in negozio spesso ci si fa un'idea vaga o addirittura sbagliata. Scaricando vengo a conoscenza di tanti nomi interessanti. Se vuoi è anche questo un ragionamento da "povero", da uno che non ha voglia di prendere tutto spendendo centinaia di euro in cd, per poi magari riempirsi di roba brutta.

Giusto? Sbagliato? Non mi interessa. Io vengo riconosciuto per quello che valgo. Agli altri do valore per quello che valgono. Sia come persone, sia per quello che producono.

Altro punto: devi pensare anche a vivere e fare quello che vuoi, con un minimo di rispetto per gli altri. Non si vive di utopie, si vive di concreto. O meglio, si vive con concetti utopici a cui si mira. Ma per TUTTI sono differenti.

Vieni pure a mangiare dal mio frigo se ti capita. Ma non svuotarmelo, devo mangiare anch'io.

PS: aggiunta. Il riferimento al cartellino "affittasi" è a chi fa le leggi col culo, non a chi si tiene le mani pulite agendo nella totale legalità.

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Post by Lysor_o.O » 30/04/2003 00:11

Due cosette: che la Nintendo abbia venduto poco il Nintendo 64 anche perché le cartucce non possono essere copiate, è verissimo: un simile mezzo anti-pirateria incoraggia gli sviluppatori, ma scoraggia i giocatori, quindi è un'arma a doppio taglio. E che l'Amiga sia morto per la pirateria... Avrà avuto anche la sua bella colpa, non discuto... Ma ho sentito troppa gente (redattori di TGM, eh, non gente qualunque) criticare le scelte commerciali della Commodore, che si è seduta sugli allori, non ha prodotto innovazioni costanti, non ha reclamizzato i prodotti nuovi...
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Post by Maloghigno » 25/05/2003 12:57

Dopo tanto tempo che non lo vedevo ho parlato con un mio amico Carabiniere che lavora alle indagini su internet legate alla pedofilia.

Si parlava di fastweb e di quanta roba si riesca a scaricare... le sue testuali parole:

"si ma attento, polizia, finanza e carabinieri compiono indagini serratissime per arrivare ai pedofili ... [...] ... poi ogni tanto tirano la rete e perquisiscono un migliaio di persone ... [...] ... chi c'é c'é, se hai fatto click o scaricato qualcosa non importa, intanto li hai in casa che ti perquisiscono il PC e se trovano qualcosa é un casino ... [...] ... sia che trovino materiale coperto da CopyRight che peggiore"

Ragazzi ognuno pensi quello che vuole, io WinMx l'ho tolto e qualche bel calendario me lo vado a vedere in via Roma.

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Post by pot » 25/05/2003 21:00

Vuoi sapere la cosa comicissima qui in Ticino invece? :D La polizia vuole espandersi anche nel web, vuole poter fare questi controlli come anti-pedofilia, anti-pirateria, ecc. E poi tagliano i fondi destinati a loro! :P

Il giorno in cui o diventerò un borsone, oppure avrò un poliziotto in casa, cambierò le mie idee! :)

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Post by Lysor_o.O » 06/06/2003 00:27

Questo è l'editoriale di TGM Online di oggi, ve lo copio perché è tardi e quando leggerete, domani, sarà già cambiato...

LA GRANDE GAFFE SULLA RETATA DEL PEER-TO-PEER

Quando ho visto il titolo dell'articolo la scorsa settimana, la mia prima reazione è stata di stupore: una simile azione, da parte delle forze dell'ordine italiane, non si era mai vista prima. Mi riferisco alla presunta "maxi retata" che la Guardia di Finanza italiana sarebbe stata in procinto di compiere, in questi giorni, nei confronti di tremila (non più) anonimi utenti dei servizi peer-to-peer che si scambiano materiale illegale (film, mp3, ecc.). Una mossa decisamente ardita, seguita all'approvazione della legge sulla tutela del copyright, secondo la quale è punibile penalmente anche chi scarica materiale coperto dal diritto d'autore senza fini di lucro.
Poi, leggendo meglio l'articolo, apparivano alcune macroscopiche inesattezze, come quella sugli «ip dinamici, indirizzi il cui destinatario reale cambia domicilio elettronico ogni cinque minuti» (altro che Mission Impossible!), e «account solo apparentemente italiani, dietro i quali si celano inafferrabili siti moldavi, lituani e di altri paesi dell'Europa orientale» (tanto per usare qualche squallido luogo comune, che non fa mai male), oppure la constatazione che «quasi tutti gli archivi si nutrivano da siti molto diffusi, come Kazaa, Gnutella, Winmx, Morpheus», salvo il fatto che si tratta di programmi e non di siti, e che non esiste alcun "archivio", dato che la de-centralizzazione è il cuore dei sistemi peer-to-peer.
Insomma, che pensare, di fronte ad un articolo del genere? Notizia vera o notizia falsa? Notizia falsa.
La GdF rilascerà nei prossimi giorni un comunicato stampa chiarificatore nel quale correggerà l'articolo pubblicato su Repubblica.it e ripreso a tam-tam, manco a dirlo, da quasi tutti gli altri quotidiani e tg nazionali, nel quale spiegherà che l'inchiesta cui si fa riferimento (iniziata tra l'altro quasi un anno fa, altro che nuova legge sul diritto d'autore) riguarda un centinaio di pirati "classici", di quelli che stampano centinaia di CD pieni di giochi e programmi e li vendono per due lire. Cosa c'entra il P2P? Beh, il materiale contenuto in quei CD sarebbe stato in parte raccolto utilizzando KaZaa. Ah, beh, allora...
Una cantonata storica, insomma, di quelle da manuale, che resterà negli annali del giornalismo pressapochista. Ma in fin dei conti siamo sereni: non è mica la prima, nè sarà l'ultima volta...

[Giovedì 5 giugno, ore 09.30]

Claudio 'keiser' Todeschini
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Post by Lelus_o.O » 06/06/2003 15:31

La cosa mi è stata confermata da un amico che fa il carabiniere a Milano, e mi ha detto che winMx stesso viene sfruttato dalla polizia stessa per indagare attraverso qualche spia nel pc.
Io sono favorevole a questa legge, non ci vedo nulla di male nel tutelare i diritti degli autori, sicuramente la SIAE esagera, i prezzi sono enormi, ma ciuò non è un alibi per violare la legge,
"DVRA LEX SED LEX"
Poi dire che la microsoft monopolizza attraverso la pirateria è demagogia, a maggoir ragione se Microsoft monopolizza attraverso la pirateria non si deve acquistare CD pirati, poche balle.

pot
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Post by pot » 08/06/2003 12:13

Un film fatto un po' tristemente, ma che cela una profonda verità è "Hackers". La bestiale ignoranza dei non computeromani accaniti raggiunge spesso livelli estremamente grotteschi... :P

ARCANGELUS

Post by ARCANGELUS » 17/06/2003 09:26

Adesso ascoltate raga ormai kazza o winmix non si possono + usare esuistono siti che pero la pula la fottono 1 e un sito italiano caroicatpo su computer russo in russia in cui si scaricano le canzoni e la pula non puo fare nulla.
Poi c'e eMule che assomiglia a kazaa che non fa loaggare e per d + la pula non lo ha ancora scoperto e per beccare le persone che lo usano ci mettereanno degli anni.
chi vuole + informazioni su questo mi chiami.

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Post by N0th3re_o.O » 17/06/2003 12:05

a chi mi traduce l'ultimo post un premio :wink:

Azhag_o.O
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Post by Azhag_o.O » 17/06/2003 13:56

[traslator mode on]

Adesso ascoltate ragazzi: ormai kazam o winmx non si possono più usare. esistono siti, pero, che riescono a fregare la polizia: c'è un sito italiano caricato su server russo in russia in cui si scaricano le canzoni e la polizia non puo fare nulla.
Poi c'e eMule che assomiglia a kazam che non fa laggare e per di più la polizia non lo ha ancora scoperto e per beccare le persone che lo usano ci metteranno degli anni.
chi vuole più informazioni su questo mi chiami.

[translator mode off]

a parte tutto: mio zio fa il finanziere e anche lui usa emule...dire che la polizia non conosce emule è una castroneria :lolol: , semplicemente c'è l'appiglio legale che gli permette di essere salvato...tra poco troveranno un modo per chiuderlo e chi per essi faranno altri programmi di file sharing...e così all'infinito...

quindi: mp3 legali o no?...chissenefrega: la gente continueràa scaricarli a prescindere dal rischio multa/galera...e io mi unisco :D

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Post by HandorIII_o.O » 18/06/2003 23:37

Viva il download degli MP3!!!! :twisted:

Abbasso i CD a 22 Euri!!!!! :evil:
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pot
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Post by pot » 19/06/2003 01:01

Oramai, avendo preso come filo conduttore del mio comportamento "ama il prossimo tuo come te stesso", trovo che scaricare mp3 sia corretto nella misura in cui poi si riconosca il valore degli artisti validi comprando loro produzioni. Un esempio per tutti: giochi Blizzard. Mi ha mangiato talmente tante ore di gioco che non avere le cose originali mi sembra quasi un reato. :D

Chi compra una PS2, se la fa chippare, poi gioca assiduamente solo con cose copiate... Mh... Eh, direi che è irriconoscente più che criminale.

ARCANGELUS

Post by ARCANGELUS » 19/06/2003 05:58

so contento che non sono l'unico a conoscere la realta on kazam e gli altri programmi.
Ma scusa se i becca tuo zio che fai? :?:

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Post by Azhag_o.O » 19/06/2003 14:29

ma se lo usa anche lui che può dirmi??? :twisted:

e poi...quando succederà ci penserò...coem facico per ogni cosa :hihi: :hihi: :hihi: :bevibevi:

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