(per inciso conosco persone che si curano SOLO con l'omeopatia quindi o sono molto fortunati dalla nascita o l'effetto placebo ha del miracoloso)
Questo è un esempio molto importante.
Secondo me noi tendiamo a cercare in chi ci sta intorno un modus operandi da seguire. Noi che facciamo l'influenza una volta al mese, cerchiamo nel collega di scrivania che non si ammala mai, una risposta. Come mai lui fa l'influenza una volta all'anno e io invece 12? Cosa fa lui di diverso? Cosa mangia? Vive in città o in campagna? Che farmaci prende?
E pensiamo che, forse, se facciamo quello che fa lui, magari ci ammaleremo di meno.
Sentiamo continuamente storie del tipo "Tuo nonno non hai mai preso una pastiglia in vita sua. Aveva l'influenza? Un bel bicchiere di
vin brulè prima di andare a letto, e nient'altro. E ha vissuto fino a 90 anni".
In realtà, a mio avviso, sono le premesse a essere sbagliate.
Siamo diversi uno dall’altro: a me il raffreddore taglia le gambe e stende a letto una settimana, a mia moglie, che pesa la metà di quello che peso io e sembra molto più fragile, lo stesso raffreddore la costringe a uscire di casa con un paio di fazzoletti… e nient’altro.
E’ l’hardware ad essere diverso.
Sui dottori.
Ci sono dei dottori che prescrivono prodotti omeopatici ai pazienti e che arrivano anche a curare i propri figli, con l’omeopatia…
Questo fa brillare gli occhi agli omeofili: “Se addirittura i dottori, che sono laureati in medicina, usano l’omeopatia…è perché l’omeopatia funziona”
I dottori sono esseri umani e al di là di quello che hanno studiato, ragionano ognuno con la propria testa.
Quando facevo assistenza all’ospedale, ero rimasto infastidito dal via vai di dottori che uscivano nel cortile per fumarsi una sigaretta.
vedi
“Ma come…un dottore non lo sa che il fumo fa male? Che porta il cancro?”
Su uno analizzasse il video del cortile di un ospedale, con medici e infermieri che fanno spola avanti e indietro, per fumare, potrebbe arrivare a dire “Il fumo non fa male: medici e infermieri dell’ospedale più importante di Torino, che sicuramente sanno il fatto loro, fumano!”
(nota: durante il famoso caso di Vanna Marchi e del maestro di vita Do Nascimiento, che convincevano le persone di avere il malocchio col trucco del sale nel bicchiere… ricordo di esser rimasto molto colpito, durante l’interrogatorio tv ai testimoni, nel sentire che una delle vittime era un medico. Ricordo di aver pensato: “Ma com’è possibile che un dottore creda nel malocchio??? Un dottore!!”).
Pensa io saranno 20 anni che al massimo mi prendo un'aspirina, e giusto quando la febbre mi supera i 39, e guarisco da quasi tutte le influenze o malattie che ho preso..
Devo dire la verità: anche questo rifiuto totale dei farmaci, secondo me, è un estremo sbagliato.
Non parlo di raffreddore.
Se in 20 anni hai avuto solo influenze e raffreddori, probabilmente hai fatto bene, … se ti sei preso qualcosa di più serio che richiedeva una terapia farmacologica, e tu ne hai fatto a meno e sei guarito comunque… beh, hai rischiato.
Non dico che si debba ricorrere agli antibiotici ad ogni starnuto, ma negli ultimi anni, specialmente da quando si è cominciato a far salotto attorno alle discussioni sulle lobby delle case farmaceutiche (discussione che torna in voga in occasione dei vaccini anti-influenzali), è divenuto di gran moda essere contro i farmaci, sempre e comunque.
Ci sono persone che non prendono farmaci. Che sono convinte che i farmaci siano solo business delle case farmaceutiche, che abbiano più effetti collaterali che benefici, e che si possa guarire da qualunque cosa senza prendere niente.
Per me anche questa posizione estrema, questa crociata contro il farmaco, è sbagliata.