Ma ho sempre nutrito un po' di diffidenza nei confronti dell'omeopatia.
A tormentarmi l'idea che non esiste prova scientifica che funzioni.
A questa affermazione di solito gli omeofili rispondono:
1- che non esiste neanche prova scientifica che non funzioni.
2- che ci sono un sacco di persone che si curano con l'omeopatia e che ne sono soddisfatte
Sul primo punto non credo neanche valga la pena di soffermarsi: con questo ragionamento possiamo giustificare qualsiasi cosa
(non c'è prova scientifica che BigFoot esista. Ma non c'è neanche prova scientifica che non esista)
Sul secondo punto possiamo riflettere. Ci sono tante persone pronte a giurare che l'omeopatia funziona. E questo è sotto gli occhi di tutti.
Secondo la scienza l'omeopatia funziona in due modi:
1- per effetto placebo
2- su malattie lievi, stagionali o intermittenti. Soprattutto patologie per le quali il corpo sarebbe comunque guarito da solo (esempio: un raffreddore)
L’efficacia dell’effetto placebo è fenomenale: somministra a una persona una caramella spacciandogliela per analgesico e questa dopo un paio d’ore dirà che il mal di denti va molto meglio.
Per malattie come il raffreddore, un letto caldo, brodo di pollo e spremuta d’arancia sono rimedi ancora più naturali di quelli omeopatici.
Ma omeopati e omeofili insistono: l’omeopatia funziona! FUNZIONA! Migliaia di persone la usano!
E la scienza non vuole riconoscere l’efficacia dell’omeopatia per via delle lobby delle case farmaceutiche e dei miliardi che ci sono in ballo.
(edit: come se l'omeopatia fosse gratis e non ne muovesse altrettanti)
Tuttavia non c’è prova scientifica della sua efficacia. Non esiste prova scientifica che l’omeopatia funzioni.
Ma attenzione…. esiste qualcosa. Qualcosa che non può essere ignorato.
Esiste il numero di Avogadro.
La prova matematico-chimica che le soluzioni omeopatiche non sono niente altro che acqua.
Vi copio/incollo la spiegazione
Nel 1814 un grande chimico italiano Amedeo Avogadro scopri che una mole di sostanza conteneva sempre un numero fisso di molecole, 6022x1023 , ciò vuol dire che in una determinata quantità di sostanza è presente sempre un determinato numero di molecole. Questo concetto fu ignorato per molti anni, e solo nel 1960 grazie ad un altro chimico S. Cannizzaro si riportò l’attenzione alle importantissime osservazioni di Avogadro.
Il numero di Avogadro implica che quando si supera una certa diluizione omeopatica all’interno del rimedio omeopatico non è presente più nessuna molecola.
• Proviamo a fare qualche calcolo; consideriamo per semplicità una sostanza con peso molecolare pari a 100 (per es. CaCO3). Un grammo di essa in 100 ml di soluzione, quindi alla 1CH ) contiene 6.022 . 1021 molecole. Una diluizione 2CH conterrà 10-2 grammi e 6.022 . 1019 molecole. Una diluizione 11CH conterrà 10-20 grammi e 6.022 . 10molecole. Una diluizione 12CH (attenzione!) conterrà 10-22 grammi e 0.6022 molecole. Nei 100 ml non resta nemmeno una molecola. Se ora si continua (fino alla 30C e oltre) si diluirà dell'acqua con altra acqua.
• Per fare un altro esempio più pratico e macroscopico, se abbiamo una bottiglia di 1 litro di acqua e in questa bottiglia mettiamo 10 biglie (molecole), poi dividiamo la bottiglia iniziale riempiendo altre 10 bottiglie da un litro con 100 ml della bottiglia iniziale più altra acqua. Teoricamente abbiamo una biglia per ogni bottiglia (ma in realtà possiamo avere una bottiglia in cui ci sono 2 biglie e una in cui non c’è ne nessuna). Se continuiamo le diluizioni, riempiendo con ogni bottiglia così ottenuta altre 10 bottiglie ci rendiamo subito conto che nella maggior parte delle bottiglie non c’è nemmeno una biglia e stiamo diluendo acqua con acqua. Una diluizione 30 CH equivale a sciogliere un cucchiaino di sale nel lago di Como.
Per arrivare alla diluizione consigliata si eseguono diluizioni successive partendo dalla sostanza, di solito una tintura madre. Le diluizioni centesimali (CH) diluiscono a 1/100, quelle decimali (DH) a 1/10. Per avere una diluizione 1 CH si mescola una goccia della sostanza con 99 gocce di solvente. Per arrivare a 2 CH si ripete l'operazione ottenendo così una diluizione 1/10000 ecc. La chimica insegna che in una mole (la quantità di materia che contiene un numero di molecole uguali al numero di Avogadro) ci sono 6,02x1023 molecole (numero di Avogadro, fisico torinese che operò all'inizio del XIX sec., nella foto).
Se la mole della sostanza corrisponde a una goccia (in realtà per moltissime sostanze una goccia contiene un numero inferiore di molecole perché è solo una parte della mole della sostanza), dopo undici diluizioni nella soluzione dovrebbero rimanere 60 molecole. Alla dodicesima diluizione (12 CH) non vi saranno più molecole della sostanza di partenza. L'omeopatia arriva a diluizioni anche di 30 CH!
Quindi al di là dell’effetto placebo, delle lobby delle case farmaceutiche, di milioni di persone, di BigFoot che corre fra gli alberi, i dati oggettivi sono due
1-non esiste prova scientifica che funzioni
2-il numero di Avogadro dimostra inconfutabilmente che non c’è principio attivo nelle soluzioni omeopatiche
L'omeopatia è SOLO acqua!