Ormai da Six Degrees of Inner Turbolence, è quello che mi capita ad ogni nuovo album dei Dream Theater. Però, mentre per Six Degrees, avevo pensato che dipendesse dal fatto che l'album precedente (Scenes from a Memory) era semplicemente un capolavoro, senza ombra di dubbio l'album progressive più bello degli ultimi anni (e quindi qualsiasi album prodotto successivamente non poteva che apparire "peggiore") la cosa non si spiega per i successivi album.
E così è capitato che dopo aver acquistato Systematic Chaos, il CD è finito sullo scaffale, dopo il secondo ascolto, per più di un mese... fino a ieri, quando l'ho inserito nel lettore per dargli un ultima possibilità. E improvvisamente ho avuto l'illuminazione. Questo album è uno dei più belli scritti dai Dream Theater.
Tecnicamente parlando, siamo di fronte a qualcosa di umanamente inconcepibile. Che l'ingresso nella formazione del tastierista Jordan Rudess avesse in qualche modo cambiato profondamente il modo di suonare dell'intera band lo si era intuito già in Scenes from a Memory, ed era divenuto chiaro in Six Degrees of Inner Turbulence e Train of Throught, ma i fortunati ascoltatori di System of Chaos assiteranno a un capolavoro della tecnica. Sembra che il tempo per questi musicisti si sia fermato ai loro 20 anni, perchè è increbile che dei "vecchietti" di 40 anni riescano ancora ad essere semplicemente i migliori musicisti progressive sulla piazza.
Probabilmente è questo che spiega la mia difficoltà ad apprezzare gli album dei Dream Theater al primo ascolto. Hanno raggiunto un tale livello di perfezione musicale che è difficile persino da cogliere.
Forse, anche per questo motivo, System of Chaos è uscito in edizione speciale che, a un prezzo di qualche euro in più, offre un DVD della durata di quasi 2 ore che offre una panoramica della studio e della realizzazione dell'album. E proprio il DVD è un valore aggiunto che ti fa apprezzare il lavoro che c'è dietro a un album apparentemente semplice come System of Chaos. Vedere John Petrucci che esegue una scala (che non esiste in natura) alla velocità della luce e sentirlo dire "it's very difficult" lascia di sasso, mentre ti chiedi, non tanto come riesca a suonarla ma piuttosto come gli è venuto in mente di inventare una cosa del genere. Lui continua a sostenere che da grande vuole diventare bravo come Steve Vai... per me Petrucci è anni luce avanti a Vai, Satriani, Malmsteen e tutti quei chitarristi da circo che credono che la bravura di un chitarrista si misuri con la velocità di esecuzione di una scala. Petrucci è veloce, forse non quanto Malmsteen, ma accosta a un'ottima tecnica, un gusto per la melodia fuori dal comune.
Di Portnoy si è detto di tutto, ma per i pochi che hanno ancora dei dubbi sul fatto che sia sia il miglior batterista vivente, basta guardarlo in questo video.
Se poi qualcuno crede che "Flea" dei Red Hot Chili Peppers sia un bravo bassista, non potrà non notare come John Myung riesca a suonare col basso le stesse scale che fa Petrucci con una chitarra.
Jordan Rudess è il genio che si nasconde dietro agli ultimi album dei DT.
Ma la cosa che lascia più stucco, non è vedere certi virtuosismi in uno studio di registrazione, ma il fatto che poi dal vivo, questi uomini, riescono a riprodurre un intero album senza sbagliare una nota.
Ho dimenticato James LaBrie, il cicciobombo cannoniere che, poverino, cerca di cantare qualcosa sopra alle note del resto del gruppo. Per me resta ancora un mistero come possa essere ancora nella band... posso solo immaginare che sia bravo a cucinare

Tutto questo per dire che l'ultimo album dei Dream Theater mi piace moltissimo

Consigliato a tutti gli amanti del genere progressive.
Per chi invece non conosce i Dream Thater consiglio l'acquisto di Scenes from a Memory, un album che non può non piacere. E non parlo solo degli amanti del rock progressivo, ma di tutti gli amanti della musica indistintamente. Persino ai cultori di Laura Pausini
