http://leonardo.blogspot.com/2007/11/la ... iuses.html
Per i pigroni, ecco qua il post.
Discutiamone, mi pare ci siano spunti interessanti.
giovedì, novembre 15, 2007
land of fucking geniuses
5 diagnosi su House
(una potrebbe anche essere corretta)
Se siete della razza che scarica i telefilm (pardon, le serie) da internet, misurandovi reciprocamente i centimetri sulla barretta di bit-torrent, alla fine House non è che il solito prodotto di nicchia che vi identifica e vi gratifica: e beati voi.
Se invece siete ancora nella fase catodica, come me, probabilmente condividete l’incredulità, l’imbarazzo, il fastidio di aver dovuto premere il pulsante 5 del telecomando in prima serata. È una cosa che non facevo più da anni - che forse non avevo mai fatto. Oddio, beh, qualche pezzo di Grande Fratello quando c’era Franco, ma… insomma, io pensavo di non avere più nulla a che fare con quel Canale, con quel target, con quel mondo. A Italia1 ci si attacca in un disperato tentativo di restar giovani, Rete4 da sempre blandisce col piacere proibito di sentirsi intelligente vedendo gli idioti al lavoro. Canale 5 è una cosa diversa, una cosa seria. È la morte che si mette in marcia. Quando il programma che ti piace di più va in onda in prima serata su C5, sei definitivamente uscito dalla nicchia. Sei un adulto medio. Sei brutto. Tra un po’ sarai anche vecchio, e andrai a dalla De Filippi a piangere e scatarrare nei fazzoletti.
Non puoi nemmeno invocare l’errore umano: House non è finito su C5 per sbaglio. Se l’è sudato tutto, il percorso verso la prima serata generalista. Se l’hanno messo lì, è perché funziona: ci sono milioni di italiani che lo guardano. Alla faccia della nicchia. Giovani, adulti, casalinghe che stirano mentre il dottore drogato trapana cervelli per mettere a fuoco un’ipotesi. Come ci si sente, ad avere gli stessi gusti di milioni di italiani? Fa un po’ senso, vero?
Non è un incidente di percorso. A un certo punto la Mediaset si è gettata anima e cuore sul dottore drogato. La copertina di TV sorrisi e canzoni, che non è mica Rolling Stone; le telepromozioni imbarazzanti (dopo aver diagnosticato una rarissima forma di cancro, il doppiatore si mette a decantare con lo stesso tono le virtù della skoda fabia). Il punto di massima speculazione l’ha toccato Mentana, che una sera per battere Vespa ha messo su una replica di House. Col dibattito. Ma il dibattito veniva dopo: in sostanza era una replica di House, e contro la Franzoni ha fatto il botto. A pensarci, è l’uovo di colombo: bisognava pensarci prima. La De Filippi non ha abbastanza casi umani da opporre alla Clerici? Proietta in studio una puntata di House! La fiction in costume fa schifo alla miseria? Titolo: La Contessina di Villapenosa stasera presenta il Doctor House! Il reality sprofonda nella noia? Costringi gli inquilini a guardare House, e piano piano zoomi sul loro televisore. E se il pubblico gradisce, perché no?
Già, ma si può sapere perché il pubblico gradisce? La reazione del pubblico generalista italiano a House contraddice tutte le conclusioni scientifiche e sperimentali degli ultimi due decenni, tra cui il primo, fondamentale postulato di Berlusconi (i programmi vanno pensati per “un bambino di 11 anni neanche tanto intelligente”). È una cosa che non può assolutamente passare liscia, così ho preso la mia lavagna e ho messo giù alcune ipotesi di lavoro.
Prima ipotesi: House è un programma stupido. Perlomeno, molto meno intelligente di come si presenta. Dietro la gratificante superficie intellettuale e specialistica, le trame sono abbastanza lineari: c’è un malato e un dottore che lo salva (quasi sempre).
Qualche anno fa fece molto rumore un libro che diceva che i telefilm fanno diventare intelligenti perché mettono al lavoro tutta una serie di abilità del tuo cervello. Alcune cose erano interessanti, ma mi colpì molto il fatto che citasse un dialogo di ER in medichese spinto: la pressione è a ottanta, quindici milligrammi di betaprozitene, stiamo perdendo la cistifellea, ecc. ecc.
Qui evidentemente c’è un equivoco: nessuno impara la medicina guardando ER, altrimenti i nostri padri sarebbero tutti diventati bovari provetti a furia di Bonanza. Di fronte a uno sfoggio di vocabolario tecnico, lo spettatore ha lo stesso atteggiamento di Linus Van Pelt quando legge i fratelli Karamazov: “Come fai a pronunciare tutti quei difficili nomi in russo?” “Mi limito a guardarli”. A parte qualche studente di medicina, nessuno è veramente in grado di seguire i percorsi diagnostici di House: noialtri ignoranti ci limitiamo a guardare quel che succede, e constatiamo che il dottore drogato sbaglia molto ma alla fine ce la fa quasi sempre, e nel frattempo produce una serie di facce spassosissime. Siccome quell’attore, prima di House, faceva il papà di Stuart Little o il cattivo della Carica dei 101, l’ipotesi non è da buttar via: ci crediamo tutti esperti di medicina, ma siamo ancora e sempre 11enni poco intelligenti, che con la scusa delle diagnosi ci esaltiamo con le smorfie.
Seconda ipotesi: Turismo ospedaliero. Ci pensavo ieri sera. House ha dei colori meravigliosi. Quell’ospedale è bellissimo. Molto spesso è autunno, e cosa c’è di più bello di un autunno nel New Jersey? È tutto meravigliosamente pulito e ordinato, un mondo a mille miglia dagli ospedali italiani. Forse House per noi italiani è pura evasione in un mondo di ospedali colore arcobaleno. Una volta non si poteva andare in Africa, e allora si andava al cinema a guardare il film coi leoni. Adesso Sharm el Sheik te lo regalano, ma una degenza in un ospedale del genere è ancora un’esperienza da mille e una notte. Va da sé che lo stato della sanità USA non è esattamente quella dipinta nel telefilm, per cui a questo punto mi viene in mente una…
…Terza ipotesi: la rimozione della politica. House la sostituisce con la natura. Per lui è naturale lavorare in un ospedale al top, dove possono entrare pazienti di qualsiasi ceto sociale: le differenze sociali sono occultate con molta eleganza. Che tu sia zingaro o miliardario, ti curano notte e giorno e non ti fanno mai vedere la parcella. L’unico tipo di politica presente in House è il dibattito tra razionalismo (di House) e sentimentalismo vagamente religioso (di tutti gli altri deficienti): un dibattito vinto in partenza da House, anche se ogni tanto i saggi sceneggiatori danno un colpo al cerchio ed ribadiscono che House è uno stronzo, che anche i sentimenti sono importanti, che le convinzioni religiose ogni tanto vanno rispettate, ecc., ecc. Tutti possono tranquillamente restare aggrappati al proprio punto di vista. Per intenderci, il super-razionalista che capisce tutto da solo può piacere a Capezzone, ma la puntata in cui la Cuddy salva il feto è perfetta per far spuntare una lacrimuccia a Bagnasco. Quindi House ci mette tutti contenti: gli unici un po’ frustrati sono i giornalisti italiani, che abituati come sono a distinguere tra doccia di sinistra e vasca da bagno di destra, di fronte a un prodotto così elaboratamente paraculo vanno in confusione. Accadono così equivoci assurdi, per cui se House cita di sfuggita il film di Michael Moore, al Corriere della Sera si convincono che House sia democratico anti-Bush, eccetera eccetera. A riprova del fatto che anche se guardiamo House, manteniamo le facoltà intellettive di un 11enne: Eh? Che ha detto? Ha citato Maicolmuùr? Ma allora è di sinistra! Sì, vabbè.
Quarta ipotesi: Il cantico del Professionista.
Se House non ha nulla di politico, qual è il suo messaggio? Il messaggio che traspare da ogni singolo fotogramma è che bisogna avere fede nei professionisti, perché anche se sono drogati e antipatici, sanno il loro mestiere.
Forse ci siamo. Gli italiani, e in particolare i teleutenti di Canale5, non sono di sinistra o di destra. Sono idraulici, avvocati, camionisti, artigiani. Gli italiani sono un popolo di professionisti, e House parla a tutti loro. E gli dice: siete grandi, siete eroi, fate bene a maltrattare i sottoposti e a snobbare i clienti, è da queste cose che si riconosce la grandezza. Attenzione, perché questo non c’entra con la Professionalità: in effetti House è tutto fuorché professionale. Mobbizza i colleghi, si droga sul luogo di lavoro, perverte il codice deontologico ogni qualvolta lo ritenga necessario, ecc. ecc. Fa quel che gli pare, perché è un fottuto genio. Ora, si dà il caso che in Italia la maggior parte dei professionisti si credano appunto fottuti geni, in grado di violare le leggi della professione, dello Stato, e a volte anche della scienza. Perché i camionisti pasteggiano a China Martini? Perché l’alcolismo non è un loro problema, loro sono più bravi! Pensate al vostro commercialista mentre irride le regole dell'algebra, pensate al dentista mentre vi martella un dente si fa beffe del dentista precedente: a sentirlo, sono tutte mezze calze tranne lui. Lui è il Professionista. Ecco, è anche il tipo che guarda House e si esalta. Ora che ci pensate, probabilmente il dottore drogato vi riuscirà meno simpatico.
Quinta ipotesi: non si può escludere a priori che House piaccia a tanti italiani perché è un prodotto scritto, interpretato e diretto molto bene. E tuttavia rimane il dubbio: se agli italiani piace House, perché tutti gli altri giorni della settimana gli date fotoromanzi tipo Rivombrosa o Rino Gaetano contro i discografici nazisti?(*) Se non è per compiacere il pubblico, perché?
A questo punto mi tocca spugnare la lavagnetta e ricominciare: perché la tv italiana è più stupida dei suoi spettatori? Stavolta però non mi viene nessuna teoria credibile. L’unica che mi viene in mente è che dietro ci sia un preciso intento diseducativo. Ma no, dai, nemmeno nei peggiori telefilm.
(*)Vincono i nazisti.