Sono un Alieno.O
Posted: 15/05/2003 19:17
Stuzzicato da Snuffz, che bazzica molto più di me WF, ho letto questo topic: http://www.worldfantasy.it/forum/showth ... genumber=1 .
In pratica alcuni forti player del clan K) e del clan SoL hanno lasciato il loro clan per fondarne uno nuovo. Forse più forte, forse sponsorizzato, forse per soldi. Onestamente non lo so e non l'ho capito, ed alla luce di questo nel mio intervento in quel topic ho invece forse portato troppo la mia attenzione sull'aspetto professionale - economico.
Quindi ho riletto il topic da capo, ho letto il topic-fiume di Akira (capo dei SoL) che ce l'aveva con quelli che l'hanno lasciato (in pratica accusa un tale DnD di essersi unito a loro per disfarli dall'interno). Questa seconda lettura é stata rivelatoria e mi ha fatto un pò pensare (mentre aspetto che il server si riavii ed io riesca ad installare il mio programma da rilasciare domani... insomma ne ho vino a mezzanotte minimo).
Il problema secondo me non sta nella decisione di alcuni player di lasciare un clan inseguendo professionismo, soldi o gloria, il problema potrebbe essere che se si fonda un clan su questi "ideali" é difficile che l' "amicizia" (quella possibile in rete) prenda il sopravvento. Ed é inutile piangersi addosso quando questa, se é nata, torna a venir meno in favore degli "ideali" originari.
Ma non voglio riaprire questo difficile discorso sulla filosofia o.O o sulla filosofia pro.
Il problema di fondo secondo me risiede ad un livello ancora inferiore, nell'approccio che si ha col gioco, indipendentemente dal clan, dal professionismo e dal livello.
Il problema é che ci sono ragazzi che non vivono la vita reale ma solo quella di un gioco, ci sono ragazzi che non escono di casa e non hanno amici veri, ma sche definiscono "amici" quelli con cui vanno in ladder e vincono. Il problema é che se passi 16 ore al giorno davanti ad un PC inseguendo statistiche e vittorie sarai Gosu, magari ci guadagnerai pure, ma spento il computer non sei nessuno, sei un fantasma inutile che della sua vita non sta facendo nulla.
Quindi un clan diventa la famiglia, il capo clan diventa un mito ed il primo in ladder Dio... ed é indubbiamente una visione della vita un tantino distorta.
Ci sono le eccezioni, é vero, casi sfortunati di ragazzi che per salute o condizioni familiari drammatiche non hanno altre alternative al gioco per svagarsi o proprio scappare da una realtà brutta ed angosciante. Ed ovviamente non mi rivolgo a loro con le espressioni dure usate poco sopra, perché non potrò mai immaginare come possa essere trovarsi in situazioni così estreme e do per scontato che potessero spegnere il PC ed incontrare gente vera lo farebbero prima di chiunque altro.
Spero di tutto cuore che nessuno di voi faccia parte di queste eccezioni e credo di nuovo di cuore che tutti no.Oi (e la maggioranza di quelli con cui spesso tutti noi ci divertiamo) amiamo più la vita reale di quella del PC, e questo é provato da tante cose come l'entusiasmo intorno al raduno, le pizzate o le telefonate.
Io nella mia vita non voglio diventare Gosu sacrificando il mondo vero: ho un sacco di amici, dei sogni da inseguire, dei progetti da realizzare, donne che mi inseguono, un lavoro in cui cimentarmi e troppi hobby per il tempo libero.
Spero che Warcraft sia l'occasione per conoscere delle persone vere con cui divertirmi anche dopo warcraft, persone che abbiamo qualcosa da raccontare oltre a warcraft... e finora ho solo avuto bellissime sorprese davvero ... ma di fantasmi spero di non vederne mai.
In pratica alcuni forti player del clan K) e del clan SoL hanno lasciato il loro clan per fondarne uno nuovo. Forse più forte, forse sponsorizzato, forse per soldi. Onestamente non lo so e non l'ho capito, ed alla luce di questo nel mio intervento in quel topic ho invece forse portato troppo la mia attenzione sull'aspetto professionale - economico.
Quindi ho riletto il topic da capo, ho letto il topic-fiume di Akira (capo dei SoL) che ce l'aveva con quelli che l'hanno lasciato (in pratica accusa un tale DnD di essersi unito a loro per disfarli dall'interno). Questa seconda lettura é stata rivelatoria e mi ha fatto un pò pensare (mentre aspetto che il server si riavii ed io riesca ad installare il mio programma da rilasciare domani... insomma ne ho vino a mezzanotte minimo).
Il problema secondo me non sta nella decisione di alcuni player di lasciare un clan inseguendo professionismo, soldi o gloria, il problema potrebbe essere che se si fonda un clan su questi "ideali" é difficile che l' "amicizia" (quella possibile in rete) prenda il sopravvento. Ed é inutile piangersi addosso quando questa, se é nata, torna a venir meno in favore degli "ideali" originari.
Ma non voglio riaprire questo difficile discorso sulla filosofia o.O o sulla filosofia pro.
Il problema di fondo secondo me risiede ad un livello ancora inferiore, nell'approccio che si ha col gioco, indipendentemente dal clan, dal professionismo e dal livello.
Il problema é che ci sono ragazzi che non vivono la vita reale ma solo quella di un gioco, ci sono ragazzi che non escono di casa e non hanno amici veri, ma sche definiscono "amici" quelli con cui vanno in ladder e vincono. Il problema é che se passi 16 ore al giorno davanti ad un PC inseguendo statistiche e vittorie sarai Gosu, magari ci guadagnerai pure, ma spento il computer non sei nessuno, sei un fantasma inutile che della sua vita non sta facendo nulla.
Quindi un clan diventa la famiglia, il capo clan diventa un mito ed il primo in ladder Dio... ed é indubbiamente una visione della vita un tantino distorta.
Ci sono le eccezioni, é vero, casi sfortunati di ragazzi che per salute o condizioni familiari drammatiche non hanno altre alternative al gioco per svagarsi o proprio scappare da una realtà brutta ed angosciante. Ed ovviamente non mi rivolgo a loro con le espressioni dure usate poco sopra, perché non potrò mai immaginare come possa essere trovarsi in situazioni così estreme e do per scontato che potessero spegnere il PC ed incontrare gente vera lo farebbero prima di chiunque altro.
Spero di tutto cuore che nessuno di voi faccia parte di queste eccezioni e credo di nuovo di cuore che tutti no.Oi (e la maggioranza di quelli con cui spesso tutti noi ci divertiamo) amiamo più la vita reale di quella del PC, e questo é provato da tante cose come l'entusiasmo intorno al raduno, le pizzate o le telefonate.
Io nella mia vita non voglio diventare Gosu sacrificando il mondo vero: ho un sacco di amici, dei sogni da inseguire, dei progetti da realizzare, donne che mi inseguono, un lavoro in cui cimentarmi e troppi hobby per il tempo libero.
Spero che Warcraft sia l'occasione per conoscere delle persone vere con cui divertirmi anche dopo warcraft, persone che abbiamo qualcosa da raccontare oltre a warcraft... e finora ho solo avuto bellissime sorprese davvero ... ma di fantasmi spero di non vederne mai.