snuffz4lorda wrote:Un articolo di Gramellini sulla prima pagina de LA STAMPA, qualche giorno addietro
Tolgo il disturbo
Reduce da una rissa al bar, un ubriaco sale in auto, invade la corsia opposta di marcia e uccide quattro ragazzi di vent'anni. Resta ferito lievemente e viene ricoverato all'ospedale di Cremona. Dopo qualche giorno migliora, si toglie il pigiama, saluta gli infermieri e se ne va. Dove? Fatti suoi. Uno avrà bene il diritto di bere fino a sfondarsi, attaccare briga in luogo pubblico, mettersi al volante, guidare contromano a centocinquanta l'ora, investire quattro persone, farsi curare a spese dello Stato e poi volare via, libero e riverito come un uccellino di prima classe, senza dover rendere conto a nessuno.
Forse le cose sarebbero andate diversamente se un pubblico ministero, o qualcosa di simile, avesse approfittato della settimana di immobilità forzata dell'assassino per recapitargli in ospedale un mandato d'arresto. Ma gli autori comici che scrivono i testi di certa magistratura italiana hanno sostenuto che il fermo di un imputato in vestaglia era inutile, «non essendoci pericolo di fuga». Infatti non è mica scappato. E' uscito dalla porta principale. Magari gli avranno chiamato anche il taxi. E così il signor Ashim Tola, albanese (non è un'aggravante, ma non può essere neanche un'attenuante), ha potuto riparare presso altri lidi, dove adesso starà raccontando ad altri balordi quale enorme pacchia possa essere l'Italia, a saperla prendere per il verso giusto, e cioè facendo tutte le cose sbagliate.
Qualcuno ha obiettato al "fazioso" giornalista che non aveva molta importanza di che nazionalità fosse l'ubriaco, se albanese, italiano, americano o portoghese, che un ubriaco è un ubriaco, e un ubriaco assassino è un ubriaco assassino.
Daccordo.
Più o meno.
Se io Andrea R. italiano uccido una persona qui in Italia, ritracciarmi è molto facile: ho un domicilio, ossia una casa (e un mutuo in corso), un lavoro, una macchina intestata a me, e ci sono 100000 documenti che mi riguardano: diplomi di scuola, libretti sanitari, certificati penali, documenti al comune, tasse e bollette pagate, tessere della biblioteca, tagliandi assicurativi, l'ufficio di collocamento, motorizzazione, le mie credenziali dettagliate compaiono al distretto militare e all'AVIS, .... e poi qui vivono mia moglie, i miei genitori, tutti i miei parenti, i miei amici... Insomma: sparire non sarebbe così facile.
Ma una persona che viene qui clandestinamente, che vive alla giornata, senza casa, senza lavoro, senza un solo appiglio stabile...
Una persona con questi requisiti, che si renda colpevole di omicidio, non dovrebbe venire controllata con un minimo più di attenzione?