Dipendenza dal Web
Posted: 12/02/2003 14:59
Stamane sono stato dalla parrucchiera (dovevo tagliarmi i capelli e radermi per fare le foto ) e mentre sfogliavo le pagine di una rivista culturale (Donna Moderna ... era l'unica disponibile ) mi sono imbattuto in un simpaticissimo articolo dal titolo "Dipendenza dal Web". Non potevo certo tirarmi indietro, per cui mi sono immerso nella divertente lettura. Il solito articolo raffazzonato, un insieme di frasi pronunciate da spicologi e studiosi misconosciuti (per quanto può saperne il lettore, potrebbero essere nomi inventati), un calderone di luoghi comuni e frasi fatte, che cercava di racchiudere in poche righe il concetto trito e ritrito che il PC provoca dipendenza. In una paginetta di frasi sconclusionate, la giornalista (non ricordo il nome) spaziava dai videogames alle chat, dai casinò online ai siti pornografici sostenendo che le persone che giocano/chattano su internet lo fanno perchè depressi o comunque hanno problemi nella vita reale, e hanno dunque bisogno di crearsi una vita virtuale, plasmata a proprio piacimento, sul web. Esagerazioni a parte (non si può generalizzare su queste cose), il concetto poteva anche avere qualche punto a suo favore... se la giornalista non avesse dato prova della sua immensa intelligenza scrivendo la frase che mi ha portato ad aprire questo topic, e che faceva più o meno così "Se queste persone, anzichè buttare il loro tempo davanti ad un monitor, fossero andati al pub a divertirsi con gli amici o avessero fatto una passeggiata al parco col proprio partner avrebbero condotto una vita migliore..." :shock: Insomma se passate 8 ore davanti al PC siete dipendenti... se passate 8 ore al pub invece, semplicemente vi divertite.
Sarà pure un articolo comparso su una rivista "d'intrattenimento" (Donna Moderna non è certo il New York Times) purtuttavia credo che non si possa restare indifferenti quando, in una società che si ritiene evoluta e all'avanguardia, ci sono persone che scrivono su una rivista che ha milioni di lettori, certe assurdità. Insomma... il PC provoca dipendenza, mentre il pub no?. Io mi ricordo quando ai tempi del C64 i giornalisti del TG sostenevano che i videogiochi facevano diventare ciechi (quando tutti sanno che la ciecità è causata da pratiche ben diverse ) e provocava epilessia. Oggi che il PC è diventato fondamentale per migliorare la vita di tutti i giorni, i giornalisti hanno dovuto cambiare le loro tesi. Visto che un PC non può creare danni fisici, almeno facciamogli provocare dipendenza!
Io dico che passare ogni momento libero della giornata davanti a un PC, sicuramente non fa bene (ma tutte le esagerazioni fanno male). Probabilmente le persone che in chat si inventano un sacco di balle, raccontando a chi sta dall'altra parte, di avere una vita pressochè perfetta per sentirsi meglio, sono evidentemente scontente della loro vita reale. Se una persona si tatua un codice a barre sul collo e va in giro ad ammazzare malavitosi e capibanda con una corda di pianoforte probabilmente non ha tutte le rotelle a posto (anche se non ha tutti i torti ). Ma questi sono casi particolari. E' ora di finirla di dire che tutte le persone che giocano Ultima Online lo fanno per avere una seconda vita migliore di quella reale (sai che miglioramento...), o quelli che si fraggano a Counter Strike sono assassini... per non parlare dei terroristi che si allenano a buttare giù palazzi in Flight Simulator .
La maggior parte dei videogiocatori (sia online che non) ha anche una vita privata. Passerà tre ore al giorno davanti a un monitor, ma il resto del tempo lo passa a lavorare, studiare, bere una birra al pub, baciare la ragazza, leggere riviste d'intratenimento e farsi due risate davanti ad un articolo scritto coi piedi da una persona che, probabilmente, si è sentita dire dal partner che preferisce giocare su internet che sentire le sue stronzate dalla mattina alla sera.
E dopo questo piccolo sfogo, vado in quel di Camelot ad aiutare il mio alter ego virtuale. L'ho lasciato in viaggio. Da Caer Ulwich deve andare a Camelot, e non ha i soldi per pagarsi un cavallo, e dubito di trovare qualcuno in mezzo alla foresta. A piedi mi ci vorrà almeno tutta la nottata quindi che nessuno mi cerchi (fate finta che stia guardando una partita dei mondiali di calcio)...
Sarà pure un articolo comparso su una rivista "d'intrattenimento" (Donna Moderna non è certo il New York Times) purtuttavia credo che non si possa restare indifferenti quando, in una società che si ritiene evoluta e all'avanguardia, ci sono persone che scrivono su una rivista che ha milioni di lettori, certe assurdità. Insomma... il PC provoca dipendenza, mentre il pub no?. Io mi ricordo quando ai tempi del C64 i giornalisti del TG sostenevano che i videogiochi facevano diventare ciechi (quando tutti sanno che la ciecità è causata da pratiche ben diverse ) e provocava epilessia. Oggi che il PC è diventato fondamentale per migliorare la vita di tutti i giorni, i giornalisti hanno dovuto cambiare le loro tesi. Visto che un PC non può creare danni fisici, almeno facciamogli provocare dipendenza!
Io dico che passare ogni momento libero della giornata davanti a un PC, sicuramente non fa bene (ma tutte le esagerazioni fanno male). Probabilmente le persone che in chat si inventano un sacco di balle, raccontando a chi sta dall'altra parte, di avere una vita pressochè perfetta per sentirsi meglio, sono evidentemente scontente della loro vita reale. Se una persona si tatua un codice a barre sul collo e va in giro ad ammazzare malavitosi e capibanda con una corda di pianoforte probabilmente non ha tutte le rotelle a posto (anche se non ha tutti i torti ). Ma questi sono casi particolari. E' ora di finirla di dire che tutte le persone che giocano Ultima Online lo fanno per avere una seconda vita migliore di quella reale (sai che miglioramento...), o quelli che si fraggano a Counter Strike sono assassini... per non parlare dei terroristi che si allenano a buttare giù palazzi in Flight Simulator .
La maggior parte dei videogiocatori (sia online che non) ha anche una vita privata. Passerà tre ore al giorno davanti a un monitor, ma il resto del tempo lo passa a lavorare, studiare, bere una birra al pub, baciare la ragazza, leggere riviste d'intratenimento e farsi due risate davanti ad un articolo scritto coi piedi da una persona che, probabilmente, si è sentita dire dal partner che preferisce giocare su internet che sentire le sue stronzate dalla mattina alla sera.
E dopo questo piccolo sfogo, vado in quel di Camelot ad aiutare il mio alter ego virtuale. L'ho lasciato in viaggio. Da Caer Ulwich deve andare a Camelot, e non ha i soldi per pagarsi un cavallo, e dubito di trovare qualcuno in mezzo alla foresta. A piedi mi ci vorrà almeno tutta la nottata quindi che nessuno mi cerchi (fate finta che stia guardando una partita dei mondiali di calcio)...