NO COMMENT
Posted: 17/03/2004 09:40
Be come tutti già sapete tra poco avremmo grandi sviluppi per quanto riguarda internet ........ si va di male in peggio!!!!
«La pirateria audiovisiva è un furto e come tale deve essere trattata».
Detto e fatto, il ministro Giuliano Urbani ha tradotto questa sua massima
lapalissiana in un vigoroso decreto legge che mette Internet fuorilegge.
Attenzione, dunque, scaricatori: tra poche ore il vostro fornitore di
accesso Internet potrebbe mettervi nella lista dei cattivi e denunciarvi,
ipso facto, alla polizia. O, per tutelarsi, forse potrebbe semplicemente
tagliarvi tout court l''accesso a Internet. Ma solo se scaricate film. Per
chi si scambia mp3 musicali, o libri in formato elettronico, tutto continua
come prima.
A dirlo è quel decreto legge sul cinema alquanto pasticciato che porta la
firma del ministro Giuliano Urbani e che entrerà in vigore non appena
pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale. Dunque, probabilmente, alla mezzanotte
di domenica 14 marzo. Da quel momento, così stabilisce l''articolo uno, gli
Internet provider devono spiare il traffico che passa attraverso i loro
server e segnalare quegli utenti che si scambiano video protetti da
copyright. Se non lo fanno, rischiano fino a 250 mila euro (mezzo miliardo,
per dirla con le lire che fa più impressione) di multa.
Se uno viene "beccato", rischia una multa di 1500 euro se lo fa per uso
personale e fino a tre anni di galera se invece ne ricava un profitto. Ci
manca solo la modica quantità, e poi tutti gli internettisti si troveranno
equiparati ai tossici. «Questo decreto prevede che i provider debbano
diventare i cani da guardia degli utenti, pena sanzioni severissime: sarebbe
come dire che se qualcuno ruba un portafogli su un autobus, il responsabile
è l''autista. È una legge inaccettabile» commenta il senatore verde Fiorello
Cortiana.
Il governo ci aveva provato già alla vigilia di Natale a mettere sulle
spalle dei fornitori di accesso Internet qualcosa di analogo: conservare per
cinque anni tutti i dati di traffico. Ci fu una rivolta, e il Parlamento
cassò la norma, che pure aveva un finalità ben più alta, la lotta al
terrorismo e alla criminalità organizzata.
Urbani è riuscito a sovrapporre due pasticci nel breve spazio delle dieci
righe dell'articolo 1: si riferisce infatti solo al cinema e non anche alla
musica (che è scambiata on line molto più intensamente dei video) o ai libri
elettronici. Che non sembrano evidentemente meritare la "protezione" del
ministro. «Il ministro Urbani è solo ministro del cinema? E tutto il resto?»
si chiede Federico Motta, presidente dell''Associazione autori editori
(Aie). Una domanda, che con molta maggior urgenza si fanno anche i
discografici della Fimi, la Federazione dell'industria musicale: «Si
introduce una disparità inaccettabile in termini di tutela penale - si legge
in una nota - e il decreto farà ben poca strada se non sarà subito esteso
alle altre opere protette».
Insomma, un decreto legge liberticida, destinato a difendere solo gli
interessi di qualcuno. E in contrasto con quanto ha deciso l'Unione europea
appena il giorno prima con una direttiva che dovrà obbligatoriamente essere
recepita dalle legislazioni nazionali. Questa direttiva prevede che gli
"intermediari" (nel nostro caso i provider Internet) possano essere
responsabilizzati, ma solo su ordine della magistratura e quando ci siano
elementi concreti e fatti specifici. Nulla a che fare con quest'idea di
giustizia da grande fratello improvvisato che prefigura il decreto Urbani.
Be ora che avete letto ditemi un po se vi sembra una cosa normale?!
Cmq per chi volesse tentare di fare qualcosa andate qui!
<http://no-urbani.plugs.it/index.php>
«La pirateria audiovisiva è un furto e come tale deve essere trattata».
Detto e fatto, il ministro Giuliano Urbani ha tradotto questa sua massima
lapalissiana in un vigoroso decreto legge che mette Internet fuorilegge.
Attenzione, dunque, scaricatori: tra poche ore il vostro fornitore di
accesso Internet potrebbe mettervi nella lista dei cattivi e denunciarvi,
ipso facto, alla polizia. O, per tutelarsi, forse potrebbe semplicemente
tagliarvi tout court l''accesso a Internet. Ma solo se scaricate film. Per
chi si scambia mp3 musicali, o libri in formato elettronico, tutto continua
come prima.
A dirlo è quel decreto legge sul cinema alquanto pasticciato che porta la
firma del ministro Giuliano Urbani e che entrerà in vigore non appena
pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale. Dunque, probabilmente, alla mezzanotte
di domenica 14 marzo. Da quel momento, così stabilisce l''articolo uno, gli
Internet provider devono spiare il traffico che passa attraverso i loro
server e segnalare quegli utenti che si scambiano video protetti da
copyright. Se non lo fanno, rischiano fino a 250 mila euro (mezzo miliardo,
per dirla con le lire che fa più impressione) di multa.
Se uno viene "beccato", rischia una multa di 1500 euro se lo fa per uso
personale e fino a tre anni di galera se invece ne ricava un profitto. Ci
manca solo la modica quantità, e poi tutti gli internettisti si troveranno
equiparati ai tossici. «Questo decreto prevede che i provider debbano
diventare i cani da guardia degli utenti, pena sanzioni severissime: sarebbe
come dire che se qualcuno ruba un portafogli su un autobus, il responsabile
è l''autista. È una legge inaccettabile» commenta il senatore verde Fiorello
Cortiana.
Il governo ci aveva provato già alla vigilia di Natale a mettere sulle
spalle dei fornitori di accesso Internet qualcosa di analogo: conservare per
cinque anni tutti i dati di traffico. Ci fu una rivolta, e il Parlamento
cassò la norma, che pure aveva un finalità ben più alta, la lotta al
terrorismo e alla criminalità organizzata.
Urbani è riuscito a sovrapporre due pasticci nel breve spazio delle dieci
righe dell'articolo 1: si riferisce infatti solo al cinema e non anche alla
musica (che è scambiata on line molto più intensamente dei video) o ai libri
elettronici. Che non sembrano evidentemente meritare la "protezione" del
ministro. «Il ministro Urbani è solo ministro del cinema? E tutto il resto?»
si chiede Federico Motta, presidente dell''Associazione autori editori
(Aie). Una domanda, che con molta maggior urgenza si fanno anche i
discografici della Fimi, la Federazione dell'industria musicale: «Si
introduce una disparità inaccettabile in termini di tutela penale - si legge
in una nota - e il decreto farà ben poca strada se non sarà subito esteso
alle altre opere protette».
Insomma, un decreto legge liberticida, destinato a difendere solo gli
interessi di qualcuno. E in contrasto con quanto ha deciso l'Unione europea
appena il giorno prima con una direttiva che dovrà obbligatoriamente essere
recepita dalle legislazioni nazionali. Questa direttiva prevede che gli
"intermediari" (nel nostro caso i provider Internet) possano essere
responsabilizzati, ma solo su ordine della magistratura e quando ci siano
elementi concreti e fatti specifici. Nulla a che fare con quest'idea di
giustizia da grande fratello improvvisato che prefigura il decreto Urbani.
Be ora che avete letto ditemi un po se vi sembra una cosa normale?!
Cmq per chi volesse tentare di fare qualcosa andate qui!
<http://no-urbani.plugs.it/index.php>