Questa è di gran lunga la discussione più affascinante del fo.orum nell'ultimo anno.
E lo dico perchè, leggendo, colgo le tante sfumature e le tante ragioni di tutti.
Riassumendo un poco penso che siamo un po' spaccati su quelli che pensano: "Lo Stato può effettuare un controllo efficiente della produzione e dello smercio delle droghe leggere e della prostituzione, e questo garantirebbe sicuramente benefici sia per i consumatori, che sicuramente ci sono e ci saranno sempre, sia per le prostitute, sia per la società in genere" e quelli che pensano "In Italia tutto ciò non accadrà mai, tutto il commercio rimarrebbe in mano alle mafie e lo stato sarebbe solo un nuovo sfruttatore del fenomeno che tenderebbe solo ad aumentare".
La mia esperienza in Olanda è piuttosto simile a quella che descrive France: là l'impressione è che lo stato sia efficace. Per la prostituzione sono quasi sicuro che non ci siano problemi veri di sfruttamanto in Olanda (o se ci sono sono molto molto ridotti) e non credo che ci siano forti organizzazioni criminali che lucrano sul red district di Amsterdam. In sostanza là le prostitute riescono ad essere libere professioniste con un buon sindacato e diritti che in pochi mettono in discussione.
Quindi, sotto l'aspetto della vita delle prostitute, la situazione è infinitamente meglio della schiavitù italiana e molto più vicina a quello che succede in Svizzera o negli altri nostri paesi confinanti.
Probabilmente per ottenere tale risultato occorre un lungo periodo di transizione, in cui, comunque, lo Stato deve essere vicino alle attuali schiave, deve riuscire ad emanciparle.
Tendenzialmente io credo che un forte deterrente alla lotta contro la prostituzione in Italia è che le prostitute non hanno alcun vantaggio a denunciare i proprio aguzzini: sono clandestine che vivono nell'illegalità e se entrano in contatto con polizia e istituzioni sono finite, per cui meglio rimanere con i magnaccia.
Ma se si riuscisse a considereare la prostituzione come una professione normale, allora le prostitute diventerebbero lavoratrici come le altre sotto molti aspetti legali: potrebbero, per esempio, ottenere un permesso di soggiorno perchè lavorano in Italia, e, probabilmente, potrebbero entrare nel servizio sanitario nazionale o, che so io, pemettersi degli affitti legali...
Se loro venissero supportate allora veramente il discorso si sposterebbe sulle tematiche accennate da France. Ad Amsterdam si discute spesso sull'opportunità o meno di avere il Red district. E' una indubbia fonte di turismo, la principale d'Olanda. Al costo di lasciare in mano a turisti un po' scalmanati un intero quartiere del centro dove, ovviamente, è difficile per sciuri e sciure della Amsterdam bene vivere. Petanto diventa un quartiere con le sue esigenze, occorre maggior controllo e maggior pulizia, per esempio, ma le volte che ho visitato Amsterdam, non ho mai avuto l'impressione che la situazione fosse fuori controllo: sicuramente è molto più tranquillo di quello che si trova vicino ai nostri stadi la domenica. E amici (chiedere a Vesper) che sostanzialmente abitavano là non sono mai rimasti sconvolti o turbati da barbarie e inciviltà.
Per le droghe invece, se non erro, in Olanda è legale il commercio ma non la produzione. E' una cosa fatta a metà che lascia ampio spazio alle mafie per quanto riguarda commercio all'ingrosso e produzione. Questo lo si accenna nell'ultimo libro di Saviano 000. In questo caso, comunque, le droghe sono una fonte di turismo e introiti mostruosi per i comuni olandesi. Qualche città (Utrecht) aveva provato a vietarle, con conseguenze economiche disastrose che hanno fatto fare marcia indietro nel giro di un paio di anni. Qui vedo di più l'effetto "lo stato ci guadagna, ed è l'unica cosa che conta".
Detto questo, però, il fenomeno, pur essendo legale, non è così diffuso come si pensa: se si escludono i turisti ad Amsterdam, è difficile trovare gente strafatta che va in giro ed è molesta. Gli Olandesi sono molto morigerati in questo.
Vi posso assicurare che il fenomeno produce molto meno disordini della birra.
Anche in Olanda c'è un lungo dibattito in corso riguardante soprattutto i consumi eccessivi di alcolici fra i minori nel week end. Penso che molti paesi del nord siano passati in situazioni simili dove, a mio avviso, non c'è alcuna cultura del consumo degli alcolici e le persone vogliono sballarsi nel fine settimana in maniera collettiva e incontrollata. In varie feste (a Leiden si organizza ogni anno una sorta di OktoberFest) si trovano persone ubriache marce che nuotano nei canali e si fanno male, o che pisciano per strada.
A livello legale, per combattere questo fenomeno, è stata introdotta una norma per cui se è necessaria una ambulanza per portarti all'ospedale quando sei in coma etilico, poi ti arriva il conto dell'ambulanza a casa.
Ora, questo, a mio avviso è un caso un po' estremo figlio di un sistema sanitario ultra-privatistico dove le assicurazioni sanitarie tendono a fare il bello e il cattivo tempo e a lasciar morire le persone per strada o quasi... ma sicuramente qualche forma di sensibilizzazione in più servirebbe.
In fondo, come forse qualcuno aveva già detto, è una questione di cultura, di famiglia, di principi (e di scuola!).
Se in famiglia ti insegnano che puoi bere un bicchiere di vino a tavola se poi non devi guidare, secondo me, la cosa aiuta a evitare i 15enni che si strafanno di superalcolici il venerdì sera. In sostanza se si toglie da qualcosa l'etichetta di anormale o proibito, si elimina da essa il sapore della trasgressione che è un forte richiamo per gli adolescenti.
Ammetto per contro però che si tende ad una situazione come quella descritta da Snuffz con i somellier dell'erba in televisione. Io però preferisco un abuso da parte di adulti che vogliono fumarsi liberamente la loro canna di qualità eccelsa (e tendenzialmente sono più consapevoli dei pro e dei contro e possono permettersi un taxi dopo), dal totale spaccio incontrollato che vige fra i quindicenni nelle discoteche. Detto così suona ovvio e semplicistico, me ne rendo conto, ma penso che non sarebbe eccessivamente difficile legalizzare la marjuana: se inizi a togliere agli spacciatori i clienti che se la procurano legalmente e sono quelli con più possibilità di spesa e la maggior fonte di guadagno per loro, riduci secondo me anche il fenomeno di spaccio per i teenagers, che legalmente non potrebbero procurarsela, perchè diventa meno lucrativo.
Saviano nel suo libro si spinge, dopo ripensamenti e conflitti interiori, anche ad auspicare una legalizzazione della coca.
Fino a qui però abbiamo parlato della libertà di commercio, e non quella di produzione.
La libertà di produzione delle droghe è la vera svolta se si vuole combattere le mafie.
A livello di Marjuana sarà estremamente interessante vedere quello che succederà nei prossimi anni in Uruguay (Guardone ci ragguaglierà
) dove la produzione, entro alcuni limiti, è diventata legale, quindi dovrebbe crollare l'importazione di droga da cartelli stranieri potentissimi.
Per quanti riguarda la coca, noi vediamo il problema alla foce, ma il problema vero è in paesi come il Messico dove lo Stato è totalmente soggiogato agli eserciti dei narcotrafficanti che, in moltissimi casi, non hanno dubbi a sterminare interi villaggi se ne traggono vantaggio.
Limitare l'importazione illegale da posti come questi, a fronte di una produzione interna legale, produrrebbe enormi vantaggi civili a livello di lotta alle mafie internazionali che ora esistono per la produzione e paccio su livello globale...
E' ovvio che i danni sociali della cocaina sono terrificanti in Italia. Ma, secondo me, questi danni in città come MIlano li abbiamo sia che la cocaina sia legale sia che sia illegale: il consumo è così alto, ma così alto, che non potrebbe aumentare di molto una volta che la coca fosse legalizzata. Questo perchè la coca è una droga da lavoratori: per la maggior parte non è più presa da persone in cerca di sballo la sera, ma è assunta da professionisti che vogliono lavorare di più e mantenere ritmi sempre più assurdi. Questa è gente che se ne sbatte della legalità o meno della cosa... ma al contempo vuole un prodotto di qualità e sarebbe contenta di avere garanzie sul prodotto (roba tagliata bene, per esepio) che potrebbero essere date da controlli nel caso della legalizzazione (con una riduzione degli effetti collaterali e sanitari).
Io non ho una idea precisa.
Però, per concludere, a me sembra assurdo che il tabacco sia legale e la Marjuana no: francamente non credo che la seconda crei danni maggiori del primo. Quindi sono favorevolissimo alla legalizzazione dell'erba e non solo ora perchè lo fanno gli Stati Uniti (che è il vero motivo per cui si è aperto un dibattito politico a riguardo).
Per quanto riguarda la prostituzione, io credo che la legalizzazione porteberre quasi solo a vantaggi, in termini di decoro pubblico, e di condizioni di vita delle prostitute.
Per quanto riguarda la legalizzazioni di stupefacenti pesanti, questo è un passo irrealistico nel presente, ma che prima o poi potrebbe divenire necessario se non altro per combattere la mafia, che da là ricava il grosso dei suoi entroiti e, di conseguenza, il potere di penetrare nella nostra società a tutti i livelli.
PS: La salvia divinorum non è salvia da cucina
se no sai che divertimento??