Riguardo la luce immagina di emettere TOT fotoni in tutte le direzioni per secondo; ora mettiti ad una distanza R dalla sorgente, la densità di fotoni al secondo che osservi ad una distanza R sarà TOT/(4 Pi R^2) [Pi sta per pi greco]. Quindi è ovvio che più sei distante meno fotoni al secondo becchi, la luce è più fioca e la potenza per superficie che ricevi diminuisce come 1/R^2. Questo vuol dire che sulla Terra la temperatura è accettabile, mentre su Nettuno no: fa molto più freddo.
Bada bene però che questo è dovuto al fatto che ti arrivano meno fotoni al secondo al centimetro quadrato, non al fatto che i fotoni che ti arrivano hanno perso energia nel frattempo. Se guardi coi tuoi occhi una sorgente di luce, più è lontana e più la vedrai fioca, ma il suo colore rimane tale.
Quindi, se guardiamo il fotone come un pacchetto di campo, tale pacchetto sarà identito alla sorgente anche quando verrà visto nella galassia di fianco (sempre a meno di effetti relativistici, gravitazionali o di Doppler). Però al posto che avere Miliardi di pacchetti che ti entrano nell'occhio al secondo, magari ne becchi uno ogni due minuti...
Per l'assorbimento il discorso è invece complicato. Nella maggior parte dei casi, il fotone assorbito è diverso da quello riemesso: in genere cambia direzione, ma può cambiare anche energia, se magari, un atomo assorbe un fotone e ne emette due in due tempi diversi (in genere qui si parla di assorbimento seguito da emissione spontanea). Esistono però anche forme di assorbimento e riemissione coerenti, come quelle che usiamo per fare i Laser. Ma non avvengono nella polvere (c'è bisogno che ci siano tanti fotoni in giro). Inoltre, in genere, se un fascio di fotoni viene assorbito da un gas, il gas ha una temperatura diversa da zero, e quindi un moto disordinato degli atomi. Questo disordine viene trasferito in parte ai fotoni riemessi che quindi avranno un allargamento del loro spettro di frequenze proporzionale alla temperatura. Quindi, in generale, guardando in maniera accurata lo spettro di una stella, si possono carpire molte informazioni sulla sua pressione interna e temperatura...
Però il fatto che noi vediamo le stelle è in generale dovuto al fatto che del botto di fotoni che emettono un numero sufficienti di essi becca la nostra retina. Questo numero scende come 1/R^2 in funzione della distanza delle stelle e sono pochi i fattori che modificano questo e, se lo modificano, lo fanno in peggio.
La RAMM invece è un altro discorso
Stiamo studiando come costruire con fermioni di Majorana in superconduttori una memoria composta da svariati qubit (diciamo con la tecnologia attuale, se i Majorana esistono come suggeriscono gli esperimenti, dovrebbe essere attuabile (nel giro di qualche anno) disporre di una decina di qubit fatti da Majorana in una struttura fatta da superconduttori lunga diciamo un millimetro). Il vantaggio di usare Majorana è che la teoria suggerisce che dovrebbero essere molto stabili, il che vuol dire che registrandovi informazione quantistica sopra, questa dovrebbe (speriamo!) sopravvivere per qualche millesimo di secondo.
Siccome le operazioni che si fanno sui Majorana, secondo le nostre stime, dovrebbero richiedere dell'ordine di un 100 nano secondi, possiamo arrivare a credere che la nostra memoria possa applicare circa 1000 operazioni su quei 10 qubit prima di essere compromessa. Con 1000 operazioni però uno può fare in modo da correggere eventuali errori e quindi ad avere una memoria piuttosto stabile.
La potenza del nostro setup è che possiamo fare tutte le operazioni che vogliamo su questi 10 qubit (computazione quantistica universale) semplicemente variando delle "manopole" esterne al nostro sistema che influenzano elementi facilmente controllabili (correnti e campi magnetici) limitando in modo molto efficace gli errori su questi Majorana. Tutto questo è la visione ottimista di un teorico come me, ma anche gli sperimentali pensano non sia un'idea del tutto folle e, un pezzo alla volta, a Delft potrebbero costruire questa cosa...
Una volta che si ha un computer quantistico a 10 qubit, universale e stabile, non dico che abbiamo un personal computer quantistico... ma un computer quantistico a valvole direi di sì
