parliamo di wikileaks

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parliamo di wikileaks

Post by Mano[FA] » 14/12/2010 18:57

Con grande ritardo rispetto agli avvenimenti (anche se tuttora in corso) rifletto ad alta voce e chiedo la vostra opinione sul caso wikileaks.

Vado subito al punto. Io credo che quello a cui stiamo assistendo sia la risposta alla domanda "Internet e' davvero, come si dice generalmente, libera?" e purtroppo la risposta sembra protendere più' verso il no che un ottimistico si.

I fatti per chi ha seguito la vicenda saltuariamente.
Wikileaks e' un sito (fondato nel 2006) pensato per permettere a fonti che vogliono rimanere anonime, di pubblicare documenti o notizie. Generalmente questi sono dei "leaks", dei documenti non destinati ad essere pubblicati (note o circolari di governi, di aziende o di professionisti, spesso segretati) generalmente pubblicati da gente che "sta dentro" e che quindi deve assolutamente rimanere anonima. Wikileaks e' pensata con 2 obiettivi: 1) assicurare l'anonimato (con misure tali che neppure wikileaks possa tracciare l'origine di chi carica i dati) e alta "ridondanza" in modo che persino l'intervento di governi o procedimenti giudiziari possano "chiudere" il sito. Possono spegnere un nodo o due, quelli sotto la loro giurisdizione, ma le informazioni dovrebbero rimanere raggiungibili su altri server di altre nazioni.

Wikileaks, ad oggi, non ha commesso niente di illegale (almeno secondo le leggi in Italia, USA, UK, Svezia…). Proteggere le fonti (anche quelle che commettono un reato pubblicando documenti riservati) e' un diritto e un dovere di ogni buon giornalista e rispettato come tale nel mondo occidentale.

Fino a che wikileaks pubblicava documenti che dimostravano pratiche barbariche in Paesi con regimi, corruzione, abusi in Paesi lontani o in aziende commerciali isolate, non ha fatto grande scalpore. Ora pero', con il rilascio del database sulle operazioni in Iraq prima e i "cables" degli ambasciatori americani adesso, negli Stati uniti e in altri Paesi "occidentali" i potenti si spaventano e provano a chiudere il rubinetto.

Non con un approccio tecnico (e' pensato a resistere attacchi "tecnici")
Neppure con un approccio legale internazionale (wikileaks e' assolutamente legale nella stragrande maggioranza dei Paesi)
Ma facendo pressioni ed orchestrando una politica di isolamento.
Visa, Mastercard, Paypal, una banca svizzera hanno campato scuse al limite dell'assurdità' per tagliare i fondi e le risorse al suo portavoce.
Le accuse rivolte a Julian Assange (editore e portavoce) suonano ai più' un po' stiracchiate, e mentre sta al sistema giudiziario decidere se e' colpevole o innocente dei crimini di cui e' accusato, decisamente sproporzionate sembrano le azioni prese (il mandato di arresto dell'Interpol, la detenzione in UK e rifiuto di rilascio su cauzione…)
Mi sembra intimidazione. Per far passar la voglia di immischiarsi in certe (seppur legali) attività'. Chi si fa coinvolgere se rischia di passare una settimana in gattabuia? Anche se innocente?

Non farsi trasportare da teorie del complotto e' abbastanza difficile, perche' difficile e' spiegare tutti questi avvenimenti.
Io credo che questa sia una "prova di forza". Se Wikileaks muore, e' difficile che in futuro cose simili possano succedere, di fatto decretando che, se del contenuto da fastidio, si può' assolutamente censurare. Basta muovere le leve giuste. La fine della completa libertà' di parola.

Una lezione che mi sento di trarre e' che, questa vicenda, dimostra come anonimato e libertà' di parola siano legati a doppia mandata e che se teniamo alla seconda, dobbiamo garantire la prima.
Non solo a chi fornisce le notizie, ma anche a chi le pubblica o, in generale, a chiunque voglia l'anonimato senza dover spiegare perché' lo vuole (chiaramente). Se Assange non avesse un volto, e un indirizzo sarebbe difficile capire di chi e' il conto in banca da bloccare, se fosse una persona chissà' dove chissà' chi (o un gruppo di persone) non sarebbe possibile fare pressioni. Solo l'approccio tecnico o quello giudiziario potrebbero funzionare.

Dire "Io non faccio niente di male e non ho nulla da nascondere: l'anonimato non mi serve" e' una pia illusione. L'anonimato può' servirti anche se non hai intenzione di fare nulla di male. Inoltre, se anche a chi non "serve" rimane anonimo, e' più' difficile indagare quale sia, tra tutti gli anonimi, quello che interessa a me.

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Re: parliamo di wikileaks

Post by Beavis » 14/12/2010 19:22

C'era da aspettarselo che trovavano il modo per mettere a tacere o almeno limitare un sito del genere.
Quello che non mi aspettavo è che lo facessero in un modo così palese e appariscente.

Però la comunità internettiana non si è dimostrata disposta ad accettare queste cose e il macello che gli stanno tirando in piedi è notevole.
La prossima volta prenderanno misure più severe per evitare il bavaglio vedrai.
Ormai i bavagli sulla rete fanno acqua da tutte le parti, oscurare siti, impedire download, identificare la gente... sempre più gente sa arrangiarsi, sempre più gente sa come raggirare i blocchi.
Non risuciranno mai a bloccare l'informazione libera, certo bisogna che cercarsela un po'.

Questo andrà solo ad aumentare il divario tra l'ignorante che si crogiola nella sua ignoranza bevendosi ogni cazzata che gli viene propinata e chi vuole conoscere la verità, l'ignorante resterà sempre più ignorante e impottito di scemenze e chi vuole conoscere la verità dovrà sempre più imparare come fare a procurarsela aumentando così la sua conoscenza.
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Re: parliamo di wikileaks

Post by Lysor_o.O » 14/12/2010 22:44

Dico la mia: che dietro l'accusa di stupro ci sia in realtà una fortissima pressione da parte del governo americano per metterlo a tacere, mi sembra talmente palese che forse non vale neanche la pena stare a parlarne. Diciamo un po' come sono andate le cose: Assange è stato a letto con 2 donne, nessuna delle quali dichiara di essere stata violentata; entrambe, anzi, sono rimaste in buoni rapporti con lui anche dopo il rapporto. Già questo rende ridicola l'accusa. Una delle 2, poi, si lamenta del fatto che il rapporto è stato iniziato col preservativo, ma si è concluso senza; pare sia stata una decisione solo di Assange, ma è difficile che lei non se ne sia accorta... E resta il fatto che dopo non ha avuto nulla da ridire. L'accusa di stupro mi sembra molto traballante (per non dire che è un'idiozia immane). Nel caso dell'altra donna, la cosa è ancora più patetica: l'hanno fatto 2 volte, una con e l'altra senza. Tutto qui.
Oltre tutto, un mandato di cattura internazionale di questo stampo (Assange era ricercato IN TUTTO IL MONDO) non lo si spicca, di solito, neanche per un pluriomicida. E' ovvio che è tutto un pretesto.

Detto questo... La logica alla base di Wikileaks non mi piace granché. Se il Segretario di Stato americano (Hillary Clinton) scrive all'ambasciatore americano a Roma per chiedergli un giudizio sul governo italiano, e quello risponde, in base a quale diritto un documento del genere andrebbe pubblicato? E' ovvio che si tratta di una cosa riservata e da non divulgare... Che cavolo di senso ha invocare il diritto di stampa in questo caso?

Facciamo un esempio: ad una festa si conoscono un mio amico e una mia collega. Lei inizia a provarci con lui, in maniera abbastanza palese. Lui viene da me e mi chiede qualcosa su di lei. In base a quale diritto la mia risposta dovrebbe finire su tutti i giornali? Ma stiamo scherzando?

Riguardo al discorso "Se non ho fatto niente di male, non ho niente da nascondere"... Non c'entra niente. Io sono dispostissimo a permettere le intercettazioni, e quindi a far sì che un magistrato legga quello che dico, perché tanto non mi metto a parlare di rubare, rapinare, uccidere, cose del genere, e non ho niente da nascondere. Niente di PENALMENTE RILEVANTE. Ma una cosa è autorizzare la magistratura a controllare se sto facendo qualcosa di illegale (e se non sto facendo nulla di male, il tutto viene cancellato), e BEN ALTRA cosa è far sapere A TUTTO IL MONDO quelli che sono CAZZI MIEI. Era già saltato fuori, mi pare, l'esempio della classe che vuole dire qualcosa alla prof, ma nessuno ha il coraggio di affrontarla, e allora le scrivono una lettera anonima. Allora avevo detto che a me sta bene che venga mantenuto l'anonimato nei confronti della prof, ma che non mi sta bene che nemmeno la polizia sia autorizzata a saperlo. Confermo tutto, e non ci vedo nessuna contraddizione. Da una parte si autorizzano poche persone, scelte e qualificate, a venire a sapere qualcosa di privato per un fine ben preciso e circostanziato; dall'altra si parla di spiattellare qualcosa a tutto il mondo, senza un briciolo di ritegno.

Poi vorrei anche sollevare un altro problema... Parliamo di un altro sito "Wiki", molto più famoso (almeno fino a 2 settimane fa): Wikipedia. Avete presente quando si legge qualcosa e, alla fine della frase, c'è scritto "Senza fonte"? Che ogni volta viene da dire: che 2 palle, ma chissenefrega della fonte... Beh, vorrei far notare una cosa: se la fonte di Wikileaks è completamente anonima, come si fa a verificare se è tutto vero o se sono tutte fregnacce? Intendiamoci, io sono STRASICURO che l'ambasciatore americano abbia detto che Berlusconi è un pagliaccio incapace che pensa solo a trombare, e mi stupirei del contrario; ma se domani su Wikileaks uscisse un nuovo presunto messaggio in cui sempre l'ambasciatore dice che tutto sommato Berlusconi governa meglio di quella massa di coglioni che c'è a sinistra, cosa dovremmo fare? Prenderlo per vero, oppure ignorarlo in quanto palesemente falso, pubblicato ad arte dagli scagnozzi di Berlusconi stesso? Come si dovrebbe fare a capirlo? Giudichiamo di volta in volta se ci sembra credibile? Quindi per esempio uno che ha un ottimo giudizio su Berlusconi dovrebbe prendere come oro colato tutti i commenti positivi su di lui, e scartare subito i commenti negativi? E allora a cosa serve? Vorrebbe dire accettare tutto cià che conferma le nostre opinioni e scartare il resto, partendo dal presupposto che le nostre opinioni sono per forza giuste, non importa cosa mi fanno vedere. E Galileo si rivolta nella tomba... Faccio notare, tra l'altro, che i giornali come quello di Feltri campano su questo.

Wikileaks permette a chiunque di fare rivelazioni scottanti senza essere beccato, ma il rovescio della medaglia è che allo stesso modo permette a chiunque di pubblicare qualunque stronzata, attribuendola a chiunque. SENZA POSSIBILITA' DI VERIFICARE. Ovvio che stavolta era la prima volta (la prima famosa, diciamo) e quindi è credibile... Ma quanto tempo passerà prima che gli USA inondino Wikileaks di cazzate in modo da screditarlo completamente? WikiLeaks è uno strumento molto, molto debole.

Qualcuno potrebbe dirmi che WL è, appunto, solo uno strumento: in sè e per sè non è né buono né cattivo, è l'uso che se ne fa che lo rende l'uno o l'altro. Vero, però attenzione, perché questo è la stessa scusa con cui in America vendono liberamente armi: poi ci scappa una strage di Columbine. Noi europei, in questi casi, diciamo che data la pericolosità dello strumento, forse forse è meglio vietarlo, anche a costo di rinunciare ai benefici che comporta. E allora perché non dovremmo rinunciare anche a Wikileaks, per lo stesso motivo?

Scusate per l'ennesimo papiro...
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Tu vedi delle cose e chiedi: perché? Ma io sogno di cose che non ci sono mai state, e che forse non ci saranno mai, e dico: perché no?
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Re: parliamo di wikileaks

Post by France » 15/12/2010 02:29

Per Lysor,
volevo rimandarti alle pratiche di Wikileaks: Loro controllano le fonti prima di pubblicarle. Alla fine fanno un atto di giornalismo, se le loro fonti non sono sicure non pubblicano. Chiaramente bisogna fare un atto di fede, perchè la verifica nasce e muore con loro, senza la possibilità di una seconda verifica. Ma non credo che se ti connetti ad un server di Wikileaks e dici di avere visto gli alieni che rapivano berlusconi durante il suo bunga bunga, non credo che lo pubblicherebbero.

In ogni caso penso che hai ragione, a dire che alcune rivelazioni sono futili. Ma per esempio il filmato degli elicotteri che ammazzano barbaramente gente disarmata e bambini, sperando di fare più morti possibili, e negando, dopo che hanno scoperto di avere ucciso civili, ogni sorta di aiuto umanitario è una cosa che doveva venire fuori.

Io vedo Wikileaks nella stessa ottica di quell'altro eroe che ha pubblicato i documenti sulla guerra in vietnam in cui lo stesso governo USA ammetteva di non potere più vincere la guerra, ma nessuno voleva ammettere la sconfitta.

Insomma, probabilmente ci sono due livelli di informazioni. Uno sicuramente utile e l'altro inutile, ma nel dubbio penso che sia meglio abusare nel rendere accessibile tutto piuttosto che niente.

Per Mano,
vorrei dire qualcosa sulla libertà. Io penso che ci siano certe tendenze sociali e mediatiche che non si possono fermare. Infatti se consideri l'avvento della radio e della televisione hanno portato ad un istupidimento generale dell'umanità. Infatti un medium che non permette interazione attiva, in cui si possono prendere informazioni passivamente, poteva avere solo risvolti negativi. Mentre due secoli prima con l'avvento della stampa di massa, si è assistito alla creazione dell'oppinione pubblica, e tramite la lettura si è potuti progredire molto socialmente. Infatti la differenza fra leggere e guardare la televisione è il fatto che quest'ultima ci abitua ad avere una concentrazione sempre minore, nella ricerca dell'immediatezza. Tutto a scapito dei contenuti.

L'avvento di internet invece ha riportato la dimensione attiva e scritta. Ora si può sia avere l'immediatezza ma anche la complessità. C'e' una riscoperta dell'oppinione critica, dovuta all'accesso di più informazione da varie fonti. L'interpretazione è lasciata al singolo individuo piuttosto che a dei singoli enti statali.

Questo ci abitua a volere più libertà, ed a guardare più criticamente e con meno compromessi i governi. (un esempio per cui in italia va tanto male è che non abbiamo avuto l'illuminismo da un punto di vista della stampa e dell'alfabetizzazione, ma in compenso siamo passati direttamente alla televisione).

Questo fenomeno sociale di massa non si può cambiare. Ci sta cambiando e sta cambiando la società. Quando la vecchia generazione di politici se ne andrà finalmente affanculo, e sarà rimpiazzata da una nuova società impregnata di questi cambiamenti sociali, penso che avremo molti risvolti positivi, indipendentemente dai singoli casi specifici.

In generale
penso che l'unico errore di Wikileaks e quello di Assange sia stato di volere dare un volto ad una organizzazione che poteva rimanere anonima. Lui ha lanciato una sfida, ma penso sia stata calcolata. Probabilmente questa azione vuole portare l'attenzione del mondo sulla libertà di espressione e di informazione il più velocemente possibile, infatti penso sia per questo che ha provocato tutti i governi con il rilascio di informazioni imbarazzanti, ma tutto sommato inutili. Wikileaks potrebbe benissimo agire come una organizzazione decentralizzata applicando i principi delle cellule terroristiche. Non li prenderebbero mai.
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Re: parliamo di wikileaks

Post by Mano[FA] » 15/12/2010 18:41

Facciamo un esempio: ad una festa si conoscono un mio amico e una mia collega. Lei inizia a provarci con lui, in maniera abbastanza palese. Lui viene da me e mi chiede qualcosa su di lei. In base a quale diritto la mia risposta dovrebbe finire su tutti i giornali? Ma stiamo scherzando?
Pessimo esempio che proprio NON calza.
- Quello che tu pensi di tizia che ci prova con caio sono informazioni private, che riguardano solo "normali" cittadini che magari hanno diritto a un po' di privacy, i cables o i database delle operazioni in Iraq riguardano personaggi o avvenimenti pubblici. Le pubblicazioni filtrate da Wikileaks, infatti, sono state epurate di riferimenti a persone non "pubbliche" (tipo il nome del singolo marine menzionato nel database) ma non del nome di ambasciatori e primi ministri. Che Berlusconi vada a minorenni e' di interesse nazionale, con chi vai tu un po' meno. Resta comunque che riviste come "Chi", "gente" e "speteguless" rivelano informazioni molto più' "personali" dei cables, ma pace.
- Ammettiamo la cosa sia di interesse nazionale. Se la tua risposta finisce su tutti i giornali e' colpa del tuo "amico" che non se l'e' tenuta per se, non del giornale che ha pubblicato la dichiarazione del tuo amico. Lo stesso per wikileaks. Chi pubblica i dati potrebbe aver commesso un crimine (non e' detto, magari li ha "trovati") ma una volta pubblici sono pubblici. Non puoi censurare la stampa.
Poi vorrei anche sollevare un altro problema... Parliamo di un altro sito "Wiki", molto più famoso (almeno fino a 2 settimane fa): Wikipedia. Avete presente quando si legge qualcosa e, alla fine della frase, c'è scritto "Senza fonte"? Che ogni volta viene da dire: che 2 palle, ma chissenefrega della fonte... Beh, vorrei far notare una cosa: se la fonte di Wikileaks è completamente anonima, come si fa a verificare se è tutto vero o se sono tutte fregnacce?
Ehhh??? No no no. Tu confondi le cose. Io posso mettere una referenza ad una fonte (articolo di giornale, pubblicazione scientifica) rimanendo anonimo. Che io sia anonimo o meno non ha importanza sull'autorevolezza del materiale fornito. Lo stesso per i cables o i database. La loro "veridicità'" non dipende da chi ha fornito le informazioni, ma da tutta un'altra serie di fattori e prove. Infatti nessuno si e' azzardato di suggerire che sono falsi. Perché sanno che verrebbero sputtanati in "no time". Fosse una cosa solo italiana il nostro primo ministro direbbe che e' tutto falso e montato dai comunisti perché la sua dichiarazione andrebbe a reti unificate mentre la prova dello sputtananmento no. E alla fine alla gente resta in mente chi urla di piu', ma nel resto del mondo succederebbe il contrario.
Riguardo al discorso "Se non ho fatto niente di male, non ho niente da nascondere"... Non c'entra niente.
Come non c'entra niente? Sarai d'accordo che Julian Assage, scegliendo di non rimanere anonimo, sta andando incontro ad una serie di pressioni, problemi e provvedimenti molto probabilmente ingiusti che avrebbe evitato rimanendo anonimo? E capisci che essere anonimo al pubblico ma tracciabile dalla polizia (servizi segreti/interpool) non avrebbe fatto alcuna differenza?
Detto questo... La logica alla base di Wikileaks non mi piace granché. Se il Segretario di Stato americano (Hillary Clinton) scrive all'ambasciatore americano a Roma per chiedergli un giudizio sul governo italiano, e quello risponde, in base a quale diritto un documento del genere andrebbe pubblicato?
Sono d'accordo con France che i "cables" sono poca cosa. Fanno baccano, ma a noi non cambiano molto. Sulla guerra in Iraq invece e' molto diverso. Qui Channel4 ha fatto un bellissimo servizio, scavando tra i dati del database e i documenti filtrati, che dimostra che gli americani hanno fatto stragi di civili, che tollerano perfettamente torture da parte della polizia irachena (che addestrano) su altri iracheni e che a volte torturano o maltrattano prigionieri o civili. Ha permesso di raccontare tutta un'altra storia sulla guerra in Iraq che i cittadini Americani (Britanninci, italiani, etc etc) hanno il diritto se non il dovere di sapere ma che, prevedibilmente, l'esercito e il governo tiene sotto segreto per quieto vivere e tentare la rielezione. Quando dei documenti "leaked" spiegheranno ufficialmente le vere ragione della guerra in Iraq o dell'elezione di G.W. Bush, sarà molto interessante.
Wikileaks permette a chiunque di fare rivelazioni scottanti senza essere beccato, ma il rovescio della medaglia è che allo stesso modo permette a chiunque di pubblicare qualunque stronzata, attribuendola a chiunque. SENZA POSSIBILITA' DI VERIFICARE.
Come dicevo sopra, la verifica e' indipendente da chi fornisce la notizia, anche nel caso la fonte non sia anonima.
questo è la stessa scusa con cui in America vendono liberamente armi: poi ci scappa una strage di Columbine. Noi europei, in questi casi, diciamo che data la pericolosità dello strumento, forse forse è meglio vietarlo, anche a costo di rinunciare ai benefici che comporta. E allora perché non dovremmo rinunciare anche a Wikileaks, per lo stesso motivo?
Questo discorso mi preoccupa molto. Io non credo che la "libertà di sparare" o la "libertà di possedere un'arma" sia un diritto fondamentale per cui battersi senza se e senza ma. Sono d'accordissimo che venga regolamentata come la stragrande maggioranza delle cose. Ma la libertà' di parola e' fondamentale in una società civile e non credo possa fare veri danni, soprattutto se confrontata agli immensi benefici in termini di giustizia e controllo che essa esercita in un sistema democratico. Io, per quel che posso, voglio metterci del mio a garantire che le informazioni, le idee, i pensieri girino liberamente.
Inoltre, quando inizi a censurare, sai dove inizi, ma non sai dove finisci.
France wrote:Ci sta cambiando e sta cambiando la società. Quando la vecchia generazione di politici se ne andrà finalmente affanculo, e sarà rimpiazzata da una nuova società impregnata di questi cambiamenti sociali, penso che avremo molti risvolti positivi, indipendentemente dai singoli casi specifici.
Forse non condivido il tuo ottimismo. Sono d'accordo che internet abbia portato una rivoluzione paragonabile all'invenzione della stampa e noi siamo fortunati a viverla, ma temo che quando "la vecchia generazione di politici se ne andrà finalmente affanculo" quelli nuovi saranno più' sgamati e sapranno come controllare anche internet o una società' che ha accesso ad internet.

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Re: parliamo di wikileaks

Post by France » 15/12/2010 21:12

Per Mano,

Forse mi sono spiegato male, ma il punto del mio discorso è che nell'immaginario collettivo di tutte le persone si farà avanti l'idea di avere più libertà e un diritto a delle fonti diversificate. Diventando un'idea generale o un valore se si vuole, risulterà anche per i politici che devono sempre controllare, più accettabile avere meno controllo, perchè anche loro saranno stati cambiati da questi cambiamenti sociali.

Io parto dall'idea che i tiranni, i dittatori, presidenti democraticamente eletti o re di tutti i tempi non si assomigliano. Un carlo magno non sarà mai un Luigi XIV. Semplicemente perchè uno appartiene alla società feudale con il sistema di valori feudale, e l'altro appartiene alla sfera del potere assoluto.

Come anche un Presidente Lincoln non è lo stesso di un Berlusconi o (mettici un nome che vuoi). Già solo nel dibattito politico per le presidenziali erano previste 3 ore di discorso di un candidato e 3 ore e mezza di risposta dell'altro. La gente seguiva questo dibattito perchè era interessata e non si annoiava.

Oggi sarebbe improponibile, infatti il nostro livello di attenzione non ci permette di ascoltare un dibattito per più di 20 minuti, senza volare via con la mente da altre parti. Questo non perchè siamo peggiori, ma semplicemente perchè ormai siamo abituati ad una informazione immediata, e tutto quello che va al di fuori di questo non la possiamo accettare o mettere in pratica solo difficilmente.

Quindi rinnovo il mio ottimismo. Con il ricambio della generazione di politici da televisione con quelli da computer penso ci sarà un progresso intrinseco.
Last edited by France on 20/12/2010 18:10, edited 1 time in total.
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Re: parliamo di wikileaks

Post by snuffz » 16/12/2010 13:28

Mano.
E' vero: l'anonimato garantisce sicurezza, quindi se possiedo informazioni scottanti posso pubblicarle senza timore di ripercussioni (un esempio pratico: se avessi in mano documenti che incastrano un pericoloso camorrista pluriomicida, li farei pervenire anonimamente a polizia e autorità, non metterei il mio nome sui giornali).
Dall'altro lato però l'anonimato presenta grossi limiti, soprattutto se si parla di informazione.
Ti faccio un esempio pratico.
Da tempo frequento un ottimo sito: www.2spaghi.it
Si tratta di una community in cui i clienti recensiscono pizzerie e ristoranti.
L’idea mi piace molto: una guida michelin scritta dai consumatori.
Pregi e difetti vengono evidenziati: se il ristorante è caro, se i camerieri sono gentili, se i bagni sono puliti… poi i piatti consigliati: magari un certo ristorante va forte sui primi ma lascia a desiderare sui secondi, oppure se è meglio non ordinare pesce, o stare attenti al conto perché i proprietari tendono ad “arrotondare”, se c’è parcheggio in zona, se nel ristorante giapponese ci sono effettivamente cuochi giapponesi o piuttosto cinesi….
Naturalmente nel bene come nel male è molto difficile trovare l’unanimità dei consensi, ma la forza di 2 spaghi è proprio questa: leggi 20 commenti e ti fai un’idea.
Purtroppo ultimamente i gestori dei locali hanno cominciato a minare l’attendibilità del sito, inquinando i giudizi… all’inizio si registravano e dicevano “Sono il proprietario del XYZ e non è vero che da me il pesce non è fresco…”
Adesso invece si registrano con falsi nick per scriversi ottime recensioni, e pessime recensioni dei locali lì attorno.
E non lo fanno con un nick: se ne creano 4-5 diversi.
Fanno sperticati complimenti alla propria cucina e affossano i locali della zona.
Quando sono poco cauti o eccedono si fanno sgamare (tanto per fare un esempio: http://www.2spaghi.it/ristoranti/piemon ... argherita/ i commenti di Sarapsico– e ne hanno già eliminati 2 davvero faziosi)
Altre volte sono più discreti ed è difficile sgamarli.
Il problema è che inquinano.
Inquinano l’informazione e l’attendibilità del sito.
Possono fare questo proprio perché si tratta di nickname, e non sai mai chi c’è dietro i nick.

ps: sono andato leggermente OT

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Re: parliamo di wikileaks

Post by France » 18/12/2010 07:22

La nota afferma che la legge che il governo ha elaborato “fornirebbe la base per indire azioni legali contro le organizzazioni dei media che costituiscano concorrenza politica o commerciale contro i membri del Governo”. Più avanti, Thorne dice che “le élites tradizionali italiane, su entrambi i lati dello schieramento politico, si sentono molto a disagio con la capacità di Internet di bypassare i media tradizionali sui quali essi hanno il controllo”. E aggiunge: “La nuova legge pare rispondere a queste preoccupazioni, e dato che serve anche agli interessi commerciali di Berlusconi, non è escluso che si possa diventare realtà.”
Riprendo questo spezzone preso da un link di Mano. L'articolo commenta alcune considerazione di un diplomatico americano sulla legge per la regolamentazione di Internet in italia. La cosa che mi ha immensamente fatto piacere è che non sono il solo a fare questo discorso della vecchia generazione di politici che sono preoccupati perchè le nuove generazioni non ci stanno più al gioco di farsi controllare con i media tradizionali. Forse questa rivoluzione dei media sarà il tanto agognato cambiamento che farà tanto bene all'Italia.

Il post dove mano mette il link http://forum.oostyle.net/viewtopic.php? ... 97#p137197

La fonte di mano http://italiadallestero.info/archives/10591
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Re: parliamo di wikileaks

Post by Beavis » 18/12/2010 14:38

Cmq il voler controllare internet denota un'assoluta ignoranza da parte dei politici italiani.
Pensano di riuscirci veramente?
Non hanno imparato nulla dalla Cina?
E in Cina è stato tutto più facile perchè non si trattava di chiudere un sistema, ma non non aprirlo.
Nel senso che sono partiti con la censura quando internet non era nulla, certe informazioni non sono mai entrate e chi c'era dentro ha dovuto imparare ad aggirare il sistema.
In Italia bisognerebbe invece chiudere un sistema, per altro formato da alcune persone con i contro coglioni in questo campo, mettere delle bariere in un mare di informazioni che si muove ogni giorno da e per l'Italia tagliando fuori gente che sa meglio di loro come muoversi in rete.
Secondo voi ci riusciranno?

Vi faccio un esempio personale.
Tempo fa io non sapevo esattamente a cosa servisse un DNS (a grandi linee si ma non precisamente), ma come molta gente saltuariamente scaricavo qualche film con il mulo e questo mi ha portato a conoscere un sito dove si trovano tanti bei film.
Fino a che un giorno hanno deciso di oscurare questo sito (o ci hanno provato) in 2 click ho imparato cos'è un DNS e ho aggirato il blocco.
Ora non solo posso ancora accedere indisturbato a quel sito (che non so manco se è veramente oscurato), ma posso probabilmente anche accedere ad altri siti che essendo oscurati prima non vedevo.
Hanno cercato di fermarmi e come risultato hanno ottenuto solo che la mia conoscenza in materia è aumentata e sono ancora più difficile da fermare e sarà sempre così e non solo per me.

Qualcuno potrebbe dire "eh si ma il resto d'Italia che è ignorante?" anche questo regge poco, perchè la mia collega che passa le serate a guardare x factor e amici ha sentito che io mi scarico i film in hd con il mulo e mi ha chiesto dove li trovo... ora anche lei può accedere a quel sito e aggirare i blocchi imposti dal governo, ma non solo, vedere scaricare film dal mulo e vederli in hd sulla tv non è semplice come inserire un dvd e bisogna un minimo imparare a farlo... ecco che arrivano sempre più informazioni.
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Re: parliamo di wikileaks

Post by Mano[FA] » 19/12/2010 00:02

Sono d'accordo che sia molto difficile un controllo totale di internet e che qualcuno un modo per aggirare la cosa lo trova sempre, ma io (come l'ambasciatore americano) sono preoccupato lo stesso. Mettiamo che decidano che l'anonimato e' proibito (la pola deve poter sempre rintracciare chi fa le cose online) per acciuffare i terro-pedo-satanisti (e chi non e' d'accordo. "Io non ho niente da nascondere"). A dire il vero gia' oggi e' difficile essere davvero anonimi. Qualcuno di voi usa Tor o simile? Se no, scoprire chi scrive cosa e' facilissimo.
Dopo di che mettono in pratica una legge tipo quella accennata sopra. Improvvisamente 7ede diventa il "direttore" di questo sito e sa che potrebbe rischiare grane (magari alla fine niente, ma anche solo un sopralluogo della pola o il sequestro dei server) se qualcuno fa cose "illegali" tipo linkare a wikileaks, a materiale protetto o sotto segreto di stato... 7ede probabilmente chiude o mette tutto nel priavato e da accesso solo a persone fidatissime (giustamente c'ha famiglia). Come lui tanti. E internet diventa come lo specchio del mondo, dove la stragrande maggioranza della gente visita solo siti "ufficiali" ospitati su Amazon cloud (che come vediamo non iene fotte 'na seha della liberta' di pensiero, pensa alla sua immagine e a cedere alle pressioni dei governi) controllando l'email controllabile (dal governo - vedi caso telecom con le intercettazioni alla ben e meglio) e quelli che usaeanno darknet e si manderano email criptate 128 bit saranno 2 gatti che non ascoltera' nessuno. Anche perche' se li ascolti diventi fuorilegge. Un po' come 1984.

Probabilmente l'Italia e' troppo povera per fare una cosa del genere, ma non mi sembra un motivo per non preoccuparsene.

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Re: parliamo di wikileaks

Post by Beavis » 19/12/2010 10:48

Ah ma non ho detto che non bisogna preoccuparsi, ho solo detto che è più difficile di quello che sembra. :flower:
Monologhista doc :teach:

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